TESTO La Madre di Dio, regina della pace
Maria Santissima Madre di Dio (01/01/2009)
Vangelo: Lc 2,16-21
In quel tempo, [i pastori] 16andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
Nell’ottava di Natale, nel primo giorno del nuovo anno, la Chiesa celebra solennemente Maria Madre di Dio: è una festa che si rifà alla proclamazione del dogma da parte del Concilio di Efeso nel 431 d.C., uno dei primi dogmi proclamati da un concilio ecumenico che lasciò adito a molte critiche da parte di coloro che non compresero esattamente il senso di questa affermazione di carattere teologico, ma soprattutto spirituale e pastorale. Essendo madre di Cristo, ed essendo Cristo Figlio di Dio, Maria è Madre di Cristo e Madre di Dio. E’ la Theotokos. Il Concilio, infatti, decretò che Gesù era una persona sola, non due persone distinte, completamente Dio e completamente uomo. La Vergine Maria è la Theotokos perché diede alla luce non un uomo, ma Dio come uomo. L'unione di due nature in Cristo si compì in modo che una non disturbò l'altra.
Una maternità singolare quella della Madonna, che ella esercitò nella pienezza delle sue facoltà e capacità proprio nei confronti di Gesù, dalla sua nascita alla sua ascensione al cielo. Una maternità che Gesù stesso, dalla Croce, estende alla chiesa e all’umanità intera, quando affida alla custodia del discepolo prediletto, Giovanni, la sua Madre, mentre sta morendo sulla croce per la salvezza del genere umano. Missione quella di Maria nei confronti dell’umanità intera espressa nella preghiera dell’assemblea eucaristica all’inizio della celebrazione odierna: “O Dio, che nella verginità feconda di Maria hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna, fa’ che sperimentiamo la sua intercessione, poiché per mezzo di lei abbiamo ricevuto l’autore della vita”.
Tale intercessione la sentiamo particolarmente necessaria, urgente ed indispensabile in questo momento storico che stiamo vivendo. Un momento difficile a livello di guerre, cattiverie, ingiustizie, recessione economica, difficoltà di ogni genere nel mondo. Ecco perché all’inizio del nuovo anno la Chiesa affida proprio all’intercessione della Madonna l’intero anno, quello corrente è l’anno del Signore 2009, e celebra contestualmente la giornata mondiale della pace.
E sul tema della pace è prevalentemente imperniata la parola di Dio di oggi, ben sapendo che la Madonna, presente con Gesù Bambino e Giuseppe, dopo la nascita del Redentore nella Grotta di Betlemme, è la Regina della pace e la Madre della Misericordia, la Madre della Grazia e che ottiene e concede le grazie di cui tutti abbiamo bisogno. Il testo del vangelo di Luca che oggi leggiamo ci fa assaporare nelle sua bellezza e tenerezza l’evento della nascita del Redentore dal grembo verginale di Maria e con la vigile protezione di San Giuseppe, padre putativo di Cristo.
Dal Libro dei Numeri apprendiamo il linguaggio della pace e facciamo nostro l’augurio di pace che il testo sacro ci offre nella semplicità del suo dire e nella sostanza del suo contenuto. Vorremmo che questo testo fosse concretamente attuato oggi in Israele e per Israele, impegnato nuovamente in una guerra contro i palestinesi, per la questione della striscia di Gaza e del problema Hamas, gruppo terroristico che guida la rivolta in Palestina. Nella Terra di Gesù due popoli in perenne conflitto, quando dovrebbero fare ogni sforzo per vivere in pace. Gerusalemme stessa indica appunto la città della pace. Ma di pace Gerusalemme ne ha vista ben poca prima e dopo la venuta di Cristo. Per questa città e per il mondo intero invochiamo la pace in questo inizio del nuovo anno e ci affidiamo alla Vergine Santa, Madre di Dio e Madre nostra. Mai più la guerra, ma solo pace e solo serenità nell’umanità.
Ci sia di sostegno in questo universale desiderio di pace un grande apostolo, Paolo di Tarso, una volta persecutore dei cristiani, e poi, convertito, un degno discepolo di Cristo e portavoce nel mondo della sapienza del vangelo. Il testo della lettera ai Gàlati ci immette in questa riflessione teologica sulla pace. Dio nostro Padre e noi suoi figli, eredi per grazia, fratelli tra noi in Cristo Redentore. Sono questi i contenuti essenziali di una verità fondamentale che ci porta ad incontrare i vicini e i lontani con l’animo dell’amore e della tolleranza ed accoglienza e mai con l’odio, il rifiuto e l’emarginazione. In Cristo l’uomo è sostanzialmente fratello al suo simile, perché siamo figli dello stesso Padre che è Dio.
Concludo questa mia riflessione nella giornata mondiale della pace augurando a tutti un felice e sereno anno nuovo, con la bellissima preghiera del Servo di Dio Giovanni Paolo II per la pace. In essa troviamo le nostre più sincere e profonde aspirazioni di pace per questo mondo e per l’anno nuovo: “Dio dei nostri Padri, grande e misericordioso, Signore della pace e della vita, Padre di tutti. Tu hai progetti di pace e non di afflizione, condanni le guerre e abbatti l'orgoglio dei violenti. Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani, a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe in una sola famiglia. Ascolta il grido unanime dei tuoi figli, supplica accorata di tutta l'umanità: mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza; minaccia per le tue creature in cielo, in terra e in mare. In comunione con Maria, la Madre di Gesù, ancora ti supplichiamo: parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli, ferma la logica della ritorsione e della vendetta, suggerisci con il tuo Spirito soluzioni nuove, gesti generosi ed onorevoli, spazi di dialogo e di paziente attesa più fecondi delle affrettate scadenze della guerra. Concedi al nostro tempo giorni di pace. Mai più la guerra”. Amen.