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TESTO Ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio

don Romeo Maggioni   Home Page

Epifania del Signore (messa vigiliare) (06/01/2009)

Vangelo: Gv 1,29a.30-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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29Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Epifania significa manifestazione. Nel Natale Dio si è rivelato pienamente al mondo intero nella persona di Gesù, offrendo a tutti gli uomini i suoi doni di salvezza. L’inno di questa liturgia serale rievoca i primi segni del suo rivelarsi: la stella dei magi, il Battesimo al Giordano, l’acqua cambiata in vino, la moltiplicazione dei pani. Segni che hanno sorpreso e suscitato interrogativi e scelte da parte dei protagonisti che ne sono stati testimoni.

Le sei letture bibliche della veglia rievocano preannunci e presagi, a sfaccettare soprattutto i risvolti esistenziali e salvifici dell’evento che celebriamo.

1) PRESAGI

Classico è l’episodio di Balaam chiamato a maledire il popolo di Dio e trovatosi invece, per ispirazione divina, a preannunciarne la vittoria. “Io vedo, ma non ora, lo contemplo, ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele” (I lett.). La stella è il Messia cui è dato lo scettro di “quel regno che non avrà fine” (Lc 1,37). Già di lui si diceva nelle benedizioni di Giacobbe ai figli: “Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli” (Gen 49,10). Quei popoli rappresentati oggi dai magi, loro primizia a seguire la stella del “nato re dei Giudei” (Mt 2,2). E la Chiesa ci fa dire: “Sta nella mangiatoia chi dalle nubi regna” (Salmello).

“Ecco, questi vengono da lontano, ed ecco, quelli vengono da settentrione e da occidente..” (II lett.). Isaia annuncia “il tempo della benevolenza”, “il giorno della salvezza” “perché il Signore consola il suo popolo e ha misericordia dei suoi poveri”. Promessa di tempi di salvezza: “Non avranno né fame né sete e non li colpirà né l’arsura né il sole, perché colui che ha misericordia di loro li guiderà, li condurrà alle sorgenti d’acqua”. Sappiamo che questo sogno si attuerà al compimento della iniziativa salvifica di Dio, nella Gerusalemme celeste: “Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno” (Ap 21,4). Dei magi si dice che “al veder la stella provarono una gioia grandissima” (Mt 2,10).

Le altre due letture sono legate al Giordano, in riferimento al battesimo di Gesù e al nostro battesimo. Elia viene portato verso il cielo in un carro di fuoco dopo aver attraversato il Giordano. E’ per lui l’esodo definitivo dalla terra al cielo. Come per Gesù quel suo “battesimo” che è stata la sua morte. Anche per noi, il battesimo è il passaggio delle acque che ci danno la vita nuova, premessa e promessa di una piena comunione con Dio. L’altro episodio di Eliseo fa riferimento al legno gettato nelle acque, cioè la croce di Cristo, che le rende salvifiche, ormai capaci di ricuperare il credente alla vita. Così la Chiesa ci fa pregare: “Aiutaci a conservare con vigile cuore l’innocenza ridataci nel battesimo e fa' che manifestiamo in una condotta irreprensibile lo splendore di una vita rinnovata” (Oraz.).

2) EVENTI SALVIFICI

“Io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”. Il Battista è esplicito: troppo vistoso è il segno che mi ha convinto: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui”. Non è mia invenzione: “Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. Qui si rivela lo Spirito che testimonia la divinità di questo Inviato speciale, del quale il Battista dichiara: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Il battesimo al Giordano è la rivelazione piena della divinità agli uomini; tanto più che si completa con la dichiarazione del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento” (Mt 3,17). Una rivelazione del Dio Trinitario addirittura.

Quel battesimo di Gesù si prolunga oggi nel nostro battesimo a seminare nel mondo questo rivelarsi di Dio come salvatore e trasformatore di ogni vita credente. “Quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati.. per la sua misericordia con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su noi in abbondanza” (Epist.). Opera di Dio, quindi epifania di Dio, perché segnata dalla gratuità (“non per opere giuste da noi compiute”) e dal frutto - impensabile e immeritato - della vita eterna. “Noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti..”. Ora, “giustificati per la sua grazia”, siamo divenuti “nella speranza, eredi della vita eterna”. Dall’epifania storica - potremmo dire - all’epifania sacramentale che rende poi ogni battezzato vera epifania di Dio per la sua nuova condotta.

Forse anche molti altri sono i segni di epifanie del Signore. Ognuno ha una sua stella che conduce a Cristo. In questa veglia e in questa festa dove “Cristo, luce del mondo, ha rivelato ai popoli l’ineffabile mistero della salvezza” (Prefazio), può essere utile riandare a cogliere quale sia stata la stella che ci ha svelato in un modo significativo Cristo come nostro salvatore e ha orientato la nostra vita a lui. Per esprimere tutta la lode e il ringraziamento, nel rintracciare le vie magari strane e insospettate con cui la luce di Cristo ha raggiunto il nostro cuore. Persone, fatti, eventi, .. prove: veramente, dice Paolo, “tutto concorre al bene per quelli che amano Dio” (Rm 8,28). Questa celebrazione termina con il canto del Magnificat: “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome”.

Il prefazio della messa del giorno sintetizza i fatti rivelatori per dirne il fine: Dio si rivela per comunicarsi! “Cominciando dalla sua nascita prodigiosa il tuo Verbo rivela al mondo la tua potenza divina con segni molteplici: la stella guida dei Magi, l’acqua mutata nel vino e al battesimo del Giordano la proclamazione del Figlio di Dio. Da questa chiare manifestazioni salvifiche fulgidamente è apparsa ai nostri occhi la tua volontà di donarti nel tuo Figlio amatissimo”. Lui che è “la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre” (Gv 1,4-5). Siamo tra quelli che l’hanno accolta?

 

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