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TESTO Commento a Gen 49,10

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Mercoledì della III settimana di Avvento (17/12/2008)

Brano biblico: Gen 49,10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

“Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli.”

Come vivere questa Parola?

La liturgia di Avvento entra oggi nel suo ciclo ultimo e definitivo. È l’immediata preparazione al mistero dell’Incarnazione: al Natale.

Oggi, la Chiesa rilegge la genealogia secondo il Vangelo di Matteo. A volte saremmo tentati di tralasciare questo ‘arido’ testo, privo della forza poetica dei brani di Isaia o della drammatica espressione dei Vangeli che parlano della missione di Giovanni Battista al Giordano. Invece, la genealogia umana di Gesù “chiamato Cristo” ci riconduce alla Promessa.

Nell’odierna liturgia, la Promessa data ad Abramo rivive nelle parole del testamento di Giacobbe, nipote di Abramo. Giacobbe, cioè Israele, raduna i suoi dodici figli: “Radunatevi ed ascoltate, figli di Giacobbe, ascoltate Israele, vostro padre...” (Gen 49,2). Illuminato dall’ispirazione profetica, si rivolge a tutti, ma soprattutto ad uno di loro, a Giuda, distinguendolo tra i fratelli, a motivo della Promessa: “Non sarà tolto lo scettro da Giuda / né il bastone del comando tra i suoi piedi, / finché verrà colui al quale esso appartiene / e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli. Il che vuol dire che, quando Lui verrà, lo scettro sarà preso da un altro Re, come segno di un altro Regno!

Le parole del Patriarca Giacobbe preannunciano ciò che può sembrare impossibile nei calcoli umani. Infatti, Israele aspetta, da sempre, un re vittorioso e invece...La promessa, che si compirà nella notte Santa, ‘umanamente’ deluderà coloro che hanno atteso la venuta di un Messia potente, la salvifica incarnazione di un discendente sul seggio terrestre di Davide. Verrà invece un bambino, fragile e piccolo. Nascerà in una grotta.

Giovanni Paolo II, commentando questa liturgia ai giovani universitari, diceva: “Il Cristo dimostra che è sempre ‘più grande’ mediante il fatto che diventa ‘più piccolo’. Dobbiamo ritrovare il sapore di questo Dio: del Dio Vivente. Del Dio dei nostri padri: Abramo, Isacco, Giacobbe. Di Dio che si rivela fino alla fine in Gesù Cristo”.

Oggi ripeterò spesso: Vieni, Signore Gesù! Maranatha!”

Le parole di un grande papa

Dio è sempre più grande!È più grande dei calcoli umani e delle umane aspettative. La Promessa del Dio vivente cresce al di sopra di ciò che ne hanno inteso gli uomini e che anche ora ne intendono... Proprio in questo consiste il significato particolare dell’Avvento, sia di quello “storico” sia di quello che ogni anno ritorna nella liturgia della Chiesa.
Giovanni Paolo II

 

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