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TESTO Un lieto annuncio ai poveri

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

III Domenica di Avvento (Anno B) - Gaudete (14/12/2008)

Vangelo: Gv 1,6-8.19-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,6-8.19-28

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

19Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». 20Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». 21Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. 22Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». 23Rispose:

«Io sono voce di uno che grida nel deserto:

Rendete diritta la via del Signore,

come disse il profeta Isaia».

24Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. 25Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». 26Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». 28Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

La terza domenica di Avvento è chiamata "la domenica della gioia". Nelle letture della Parola di Dio, Isaia dice: "Io gioirò moltissimo nel Signore, la mia anima esulterà nel mio Dio"; san Paolo aggiunge: «Fratelli, siate sempre lieti, pregate senza stancarvi, in ogni cosa rendete grazie a Dio».

Il Vangelo di oggi ci annunzia l'autore della gioia: «In mezzo a voi c'è uno che non conoscete». Il Messia, il Salvatore, è già in mezzo a noi. Lo attendiamo nel Natale, ricordando la sua nascita, ma già è qui, nelle nostre chiese, nel sacramento dell'Eucarestia, nei nostri cuori. Lui è la radice della nostra gioia. Gesù è venuto a portare la sola e vera rivoluzione nella vita dell'umanità, quella dell'amore. Il segno della fede in Cristo che viene a salvarci è di avere una vita nella gioia. Non possiamo aspettare Gesù che viene nel Natale ed essere tristi.

Qualcuno potrebbe dire: «Come si fa oggi ad essere lieti, con tutte le sofferenze e insicurezze che ci turbano, con le brutte notizie che leggiamo sui giornali e vediamo alla televisione? Con tutti i crimini, con tutta la povertà, la mancanza di lavoro, la violenza che ci sono attorno a noi? Come si possono ignorare tante situazioni di dolore e di oppressione?». Se noi ci fermiamo ad una visione materiale del mondo, abbiamo mille motivi per essere preoccupati, tristi, pessimisti, scoraggiati. Ma se ci convertiamo ad una visione di fede, non possiamo che essere pieni di gioia, nonostante i dolori e le difficoltà della vita. Felici perché il Signore Gesù è venuto a salvarci; perché la vita umana è un rapido passaggio, perché Dio ci attende a braccia aperte per un'eternità felice.

Noi sperimentiamo tutti i giorni che la gioia e la pace del cuore non vengono dalle cose materiali, dal denaro, dalla gloria, dal possedere tante cose, dai divertimenti...

L'esperienza che facciamo nella nostra vita è questa: la felicità e la gioia non vengono dalle condizioni esterne all'uomo, ma da quello che c'è nel cuore. Uno può essere ricco, sano, giovane, colto, di successo, ed essere infelice, triste, pessimista. Un altro che è vecchio, ammalato, solo, povero, può avere la pace e la gioia del cuore. Tanti potrebbero essere gli esempi dell'una e dell'altra categoria.

Il testo di Paolo ai Tessalonicesi è bello sentirlo, farlo nostro, viverlo frase per frase: così ci insegna la gioia vera, la serenità, la forza per la vita.

Possiamo ancora riprendere il messaggio che la Parola di Dio ci dà nei vari brani. Il profeta Isaia profetizza il Messia: "Lo spirito del Signore Dio è su di me, mi ha consacrato, mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà agli schiavi... l'anno di grazia del Signore". Tutto questo rinnova la terra e la vita. Noi possiamo applicare alle situazioni di oggi, questa opera di salvezza e di liberazione del Signore. Questo è il progetto di Dio per il bene, la dignità, la vita, la gioia degli uomini. Noi siamo chiamati a preparare queste vie del Signore, come ci dice il vangelo.

In particolare in questi giorni: sensibilità ai problemi della terra e dell'umanità di oggi; ricerca di Dio nella fede, nella preghiera, nei sacramenti (confessione e comunione) per poter accogliere la grazia dei misteri del Natale; amore al prossimo: in casa, con le persone con le quali siamo a contatto, con i malati, gli anziani, verso i più poveri del nostro ambiente e della terra.

 

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