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TESTO Mio Signore e mio Dio!

don Roberto Seregni   Home Page

II Domenica di Pasqua (Anno A)

Vangelo: Gv 20,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

E' la sera del giorno di Pasqua. Le donne hanno riportato la notizia sconvolgente dell'angelo, ma i discepoli hanno ancora paura. Stanno blindati nel cenacolo, nascosti, chiusi nella loro incredulità e delusione. Ma in questo rifugio dominato dalla paura si presenta il Signore Risorto. Le porte chiuse non lo fermano, l'incredulità non arresta il desiderio di incontrare i suoi discepoli. Essi temono che il Signore sia arrabbiato con loro, hanno la coscienza sporca perché sanno di aver lasciato solo il loro maestro proprio nel momento più duro. Ma Gesù – il grande Gesù – non porta rancore: annuncia la pace e dona lo Spirito per la remissione dei peccati. Tutto questo ci dice una cosa bellissima: le nostre chiusure non fermano il Risorto! La Sua luce entra nelle nostre tenebre, il Suo amore è più forte delle nostre paure, la Sua presenza riempie la nostra solitudine!

L'evangelista Giovanni ci dice chiaro e tondo che la presenza del Signore risorto è una certezza che deve sempre accompagnare la vita della comunità cristiana. Non importa quante cadute o fallimenti ti hanno inchiodato alla delusione, Lui c'è! Non importa quanti peccati o tradimenti hai incolonnato nella tua vita, Lui c'è! Non importa quante debolezze o fragilità hanno prosciugato la tua autostima, Lui c'è! Questa è la certezza di cui vive il discepolo di Cristo.

Tommaso non c'era quella sera e di ritorno al fortino dei discepoli riceve l'annuncio della visita del Risorto. Povero Tommaso... anche Lui vuole vedere il Signore, anche Lui come le donne e gli altri discepoli vuole rivedere il Risorto! Forse siamo sempre stati un po' crudeli con l'apostolo Tommaso, abbiamo coniato detti non molto elogiativi su di Lui e lo abbiamo eletto patrono degli increduli... Invece dobbiamo ringraziarlo! Ringraziarlo perché Tommaso è l' anello di congiunzione tra i primi discepoli e noi che facciamo esperienza del Risorto attraverso il loro annuncio.

Allora coraggio, amici cercatori di Dio! Il Signore è Risorto ed è vivo e palpitante nella Sua Parola, smettiamola una buona volta di cercare segni miracolosi o fuochi d'artificio dello Spirito... Proprio per noi Gesù ha detto: "Beati quelli che pur non avendo visto crederanno!". Beati noi se sapremo vivere la nostra vita come una danza al ritmo della preghiera di Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!".

Buona settimana
Don Roberto

 

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