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TESTO Convertitevi

don Roberto Seregni  

II Domenica di Avvento (Anno A) (09/12/2007)

Vangelo: Mt 3,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 3,1-12

1In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».

3Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

4E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.

5Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

7Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque un frutto degno della conversione, 9e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Carissimi,

la scorsa settimana la Parola di Dio ci ha investito come un bomba di caffeina per svegliarci dal sonno e prepararci ad accogliere il Veniente. In questa nuova domenica siamo raggiunti dal grido forte e inquietante di Giovanni Battista, cugino asceta del Rabbì che amava i banchetti.

Vi devo confessare che ogni anno quest'uomo mi affascina sempre di più! Mi piace perché è asciutto, diretto, cristallino e soprattutto non si lascia sedurre dalla tentazione di farsi passare per il Messia. Mi piace perché ci smaschera e ci obbliga a dirci la verità. Verità non solo sulle cose, ma prima di tutto verità su noi stessi, sulla nostra vita, sulla nostra fede. A volte ho l'impressione che ci accontentiamo di rattoppare le cose che non vanno, senza avere il coraggio della novità, senza trovare uno spazio per riprendere contatto con la verità della nostra vita e guardarci con autenticità alla luce della Sua Parola.

Proprio su questo il Battista fa tuonare forte il suo invito profetico: "Convertitevi!". Questa è la vera urgenza della nostra vita cristiana e della vita delle comunità. Possiamo inventare iniziative pastorali da lasciare tutti senza fiato, possiamo organizzare processioni e pellegrinaggi a non finire, ma se manca il desiderio della conversione tutto questo non serve a nulla, se non ad alimentare delusione e frustrazione...

Ma cos'è questa benedetta conversione? Pregare un po' di più? Andare a Messa tutte le domeniche? Tentare d'essere un po' più buoni e un po' più bravi? Più o meno, ma non solo... Letteralmente conversione significa "cambiar testa". Questo è importante: Giovanni non invita solo ad una revisione dei gesti e degli atteggiamenti, ma va più in profondità. E' la nostra "testa" che ha bisogno di conversione, cioè il nostro modo di stare (...ma ci stiamo?) davanti a Dio, da cui deriva il nostro rapporto con le persone e con le cose. Penso che sia estremamente urgente toglierci dalla testa una certa immagine di fede che associa la chiesa ad una agenzia di assicurazione, dove ogni preghiera e ogni devozione diventa una nuova polizza con cui ci si assicura la salvezza. Giovanni Battista è chiarissimo su questo punto: nessuno può sentirsi a posto e tener stretto la ricevuta dell'acquisita salvezza (cfr. v.9). La chiesa non è una compagnia di assicurazioni che eroga un servizio per salvarsi l'anima, ma è una comunità di fratelli e sorelle che si scoprono peccatori e bisognosi d'essere convertiti ogni giorno dal suo amore che perdona e rimette a nuovo anche il peccatore più incallito. Marco l'eremita ha scritto: "Non saremo condannati per il numero dei nostri peccati, ma perché rifiutiamo di convertirci".

Coraggio allora: abbandoniamo i marciapiedi della paura e della pigrizia, scendiamo sulle strade della conversione!

don Roberto

 

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