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TESTO Niente predicozzi

don Roberto Seregni  

X Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (08/06/2008)

Vangelo: Mt 9,9-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 9mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

10Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Mi sembra di vederlo: un banco zeppo di carte, sacchetti ben sigillati per contenere le monete, una folla indisposta verso quelle tasse dovute all'invasore e dietro il bancone il futuro apostolo-evangelista Matteo, ancora ignaro di quell'incontro che avrebbe radicalmente cambiato tutta la sua vita.

Matteo era un tipo guardato con sospetto: non solo raccoglieva le tasse, ma lo faceva in nome dell'invasore straniero e pagano! Era dunque un peccatore pubblico, traditore del suo popolo, collaborazionista con i romani invasori. Ed è facile intuire che quando egli vide da lontano sbucare il chiacchierato Rabbì di Nazareth, alzò gli occhi al cielo e si preparò a mandar giù un altro bel predicozzo. Matteo probabilmente era abituato ai gesti e alle parole di disprezzo, una in più non gli avrebbe di certo cambiato la vita...

Il Rabbì gli si avvicinò. I discepoli e i passanti piombarono in un silenzio impastato di curiosità e attesa: "Chissà che ramanzina! Gli sta proprio bene, così impara a tradire il suo popolo e sfruttare la povera gente!".

Ma Gesù, come sempre, sorprende tutti. Niente predicozzi. Niente invettive. Niente fulmini e saette. Nessuna condanna. Solo una parola: "Seguimi". E Matteo, che dopo anni e anni scrive il suo Vangelo, è asciuttissimo nel descrivere la reazione: "Ed egli si alzò e lo seguì".

All'incontro tra Matteo e Gesù, segue una grande cena. Tra gli invitati ci sono pubblicani e peccatori, e questo – ovviamente – fa scandalizzare i farisei. Poverini: loro sono convinti che l'amore di Dio sia un privilegio per i giusti, per quelli a posto, che vivono in ordine, che rispettano tutte le regole della legge e che ricevono come ricompensa delle loro fatiche lo stipendio della salvezza. Poverini: non hanno capito un tubo! Gesù non vuole una chiesa di puri, ma di peccatori accolti che accolgono e di perdonati che perdonano! Gesù non viene a radunare tutti i santi per fondare la chiesa dei perfetti, ma ad annunciare un perdono offerto incondizionatamente a tutti! Matteo, Zaccheo, Maria Maddalena, il cieco Bartimeo, la Samaritana... non sono stati accolti da Gesù con la clausola della conversione! Gesù li ha accolti, amati, invitati e chiamati indipendentemente da essa. L'amore di Dio è un dono gratuito, non il premio per la tua fatica. Il cristianesimo non è una religione del merito, ma l'esperienza del gratis di Dio.

Allora coraggio, cari amici! Mentre aspettiamo che l'estate incominci seriamente a farci visita, lasciamoci stanare dal Signore Risorto che viene per offrire amore e perdono. Proviamo ad alzare la testa dal nostro banco delle imposte, il Rabbì e lì, ci viene incontro...

Buona settimana
Don Roberto

 

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