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TESTO Coraggio, sono Io, non abbiate paura

mons. Antonio Riboldi

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XIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (10/08/2008)

Vangelo: Mt 14,22-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 14,22-33

[Dopo che la folla ebbe mangiato], 22subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. 23Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.

24La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. 25Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. 26Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. 27Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». 28Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». 29Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. 30Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». 31E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». 32Appena saliti sulla barca, il vento cessò. 33Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Tante volte, ed è naturale, vorremmo 'sentire' Dio vicino, quasi vederlo.

Sappiamo che Dio è l'AMORE per eccellenza, e sappiamo che nulla sfugge al Suo sguardo sempre vigile su di noi, come è nella natura di un "papà". E quando, soprattutto nelle difficoltà, Lo vorremmo vicino e ci pare di non sentirLo è facile abbandonarsi al senso pericoloso dell'abbandono o della solitudine.

Ci viene incontro, ad aiutare la nostra fede e, quindi, incoraggiarci, quanto oggi racconta la Bibbia: l'incontro con Dio di Elìa, che fuggiva, per non soccombere all'ira di Gezabele, moglie del re Acab.

"In quei giorni - racconta il primo libro dei Re - essendo giunto al monte di Dio, l'Oreb, entrò in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco il Signore gli disse:

'Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore'. Ecco, il Signore passò.

Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento.

Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto.

Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco.
Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero.

Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna e udì una voce che diceva: 'Che fai qui Elia?'.

Rispose: 'Signore, Dio dell'universo, sono stato preso da un'ardente passione per te, quando ho visto che gli Israeliti hanno violato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari e hanno ucciso i tuoi profeti: sono rimasto solo, cercano di togliermi la vita". (1 Re 19, 11-13)

E sappiamo come Elìa riprese la sua missione, forte della Presenza del Signore: un Dio che non usa i nostri mezzi, che sanno di potenza umana, a volte di sopraffazione, ma contano nulla davanti a Lui, che si affida alla 'leggerezza del vento', forza di ogni amore.

È il segreto di tanti santi e di tanti cristiani, ancora oggi, che, trovandosi in difficoltà, con la voglia di abbandonare tutto, si affidano al silenzio, sicuri che lì incontreranno Chi li solleva.

Non si capirebbe la forza di tanti martiri, di tanti santi, ancora oggi, che, travolti dalle sofferenze o dalle incomprensioni, ritrovano il sorriso, abbandonandosi a 'quel vento leggero' in cui c'è la Presenza del Signore.

In questi giorni di riposo, quante volte mi sono imbattuto, nel silenzio della montagna, in persone, sole, davvero tormentate dalla paura di Elia.

"Vi ha mandato la Provvidenza, mi diceva una persona. Ho come l'impressione che la mia vita sia un fallimento totale. Tutto mi va storto e non tropo più un angolo di certezza. Vorrei mollare tutto quello che faccio, perché ho attorno gente e fatti che sembrano voler distruggere me e quello che opero. È tanta la tentazione di darmi per vinto. Che devo fare? Perché Dio non si fa sentire?".

E proprio a questa persona avvilita, ricordai quanto era avvenuto a Elìa sul monte Oreb.

Si rasserenò e, qualche giorno dopo, rincontrandola, mi disse: "Ha ragione, sa? Urlavo verso il cielo chiedendo a Dio: 'Dove sei?'. Mi sono raccolto in silenzio in una chiesetta, sola, e lentamente, ho sentito quel 'vento leggero' che è Dio che si fa vicino?

Sullo stesso tema, che possiamo definire 'Il coraggio di continuare', è il Vangelo di oggi.
Racconta Matteo:

"Dopo che la folla si fu saziata, subito Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli congedava la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare".

Colpisce questo intenso desiderio di Gesù di 'stare solo e pregare'. Un invito a imitarLo.

Ed insiste il Vangelo: "Venuta la sera, egli se ne stava ancora lassù, solo". La barca, intanto, distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte, egli venne verso di loro, camminando sul mare. I discepoli, vedendolo camminare sul mare, furono turbati e dissero: 'E' un fantasma' e si misero a gridare dalla paura. ma subito Gesù parlò loro: 'Coraggio, sono Io, non abbiate paura'.

È bello pensare la nostra fede, il nostro rapporto con Gesù, così.

Tutti sentiamo l'asprezza della vita che, a volte, è come una traversata burrascosa sul mare dell'esistenza. La famiglia, il lavoro, le malattie, le difficoltà, le incomprensioni e tante altre situazioni si fanno sentire a volte 'le ossa rotte'.

Ma ciò che più ci svuota è sentirsi 'come persi', simili agli apostoli sulla barca, in mare agitato, con la sensazione che nessuno possa darci una mano...se non Dio...o un vero amico.

Ed è proprio in quei momenti che deve tornare alla mente Gesù che, se da un lato ci invita a salire sulla barca, dall'altro se ne sta in disparte, ma veglia su di noi, pronto a venirci incontro e dirci:
'Coraggio, non temete, sono Io!'.

 

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