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TESTO Commento su Matteo 14,13-21

don Daniele Muraro   Home Page

XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (03/08/2008)

Vangelo: Mt 14,13-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 13avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. 14Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

15Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 16Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». 17Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». 18Ed egli disse: «Portatemeli qui». 19E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 20Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

La gente si stringeva spontaneamente attorno a Gesù. Ovunque Gesù si spostasse fu sempre circondato da una folla considerevole per quei tempi di scarsi mezzi di trasporto e di sistemi di comunicazione lenti.

Dopo il discorso della Montagna e la ressa sulle sponde del lago anche stavolta è il passa-parola che fa arrivare oltre cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini, come dice san Matteo, nel luogo solitario che Gesù aveva scelto per sé e per i suoi discepoli in quel momento.

Il gruppo degli apostoli con a capo Gesù era partito in barca dalla sponda del lago presso Cafarnao dove Gesù aveva smesso di predicare.

L'entusiasmo di incontrare il Maestro buono trascina a tal punto la moltitudine che le avanguardie a piedi arrivano sul posto dell'attracco ancora prima delle barche. Sembra una lunga processione, soggetta a sbandamenti nella individuazione della mèta, ma risoluta a proseguire fino all'incontro con Gesù.

La semplicità e la novità delle parabole attirava molto la gente a sentire, ma fra quelli che si erano messi sulle tracce di Gesù e dei suoi discepoli c'erano anche tanti malati in cerca di consolazione e guarigione. Insieme con loro gli accompagnatori fremevano e speravano.

Gesù che era andato appositamente in cerca di un luogo tranquillo e appartato, alla vista di tanta fede sente compassione per loro e risana gli infermi.

Se Gesù aveva abbandonato tanti fedeli ascoltatori presso Cafarnao e aveva ordinato ai suoi apostoli di fare rotta verso quel posto isolato un motivo c'era. Se ne accenna all'inizio del brano di quest'oggi.

"Avendo udito, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto". Se Gesù cerca la tranquillità di un luogo isolato non è per riposarsi, ma per meditare e pregare. Infatti Gli era appena stata portata la notizia di un fatto grave: il Re Erode aveva messo a morte per decapitazione Giovanni, il cugino profeta che tanto aveva fatto per Lui, per preparare la sua missione.

Entrambi, sia Lui che Giovanni il Battista, non avevano che un pensiero fisso: il Regno di Dio, ma il suo arrivo in mezzo alla società degli uomini non si sarebbe realizzato senza sofferenza né spargimento di sangue.

Giovanni lo aveva precorso nella predicazione e ora lo precedeva nel sacrificio della vita. Seppure in modo diverso, più tragico e più glorioso allo stesso tempo, quello sarebbe stato anche il personale destino di Gesù: venire catturato, condannnato dall'autorità a cui si assoggettava e poi messo a morte.

Gesù non bada anzitutto al pericolo per la sua incolumità, ma di fronte ad un avvenimento tanto grave, che poteva suonare anche come un avvertimento per lui e per la sua azione, vuole fermarsi a meditare e a pregare. Sicuramente nel suo animo urgeva il desiderio di interrogare il Padre sul proseguo della sua missione, su come portare a termine l'opera di salvezza che aveva incominciato.

La risposta arriva sotto forma di tanta gente, interessata solo a Lui in quel momento, alla sua parola e al suo aiuto divino.

Il miracolo della moltiplicazione dei pani non è dunque fuori posto a questo punto della vita di Gesù. Pronunciando la benedizione e spezzando quei pochi pani che aveva a disposizione Gesù anticipa il gesto conclusivo della sua esistenza libera, cioè l'istituzione del sacramento dell'Eucaristia durante l'Ultima Cena.

Gesù non si tira indietro di fronte alla manifestazione della volontà di Dio, Padre suo dall'eternità, ma in quanto Creatore, Padre anche di tutta quella gente che lo cercava; perciò non rimanda nessuno sfinito a mani vuote e attraverso i suoi apostoli soccorre le necessità di ciascuno.

Tutto avviene nella calma e ordinatamente, fra lo stupore dei discepoli e la festosa accoglienza di tutti gli altri. Quando si ha fame resta poco tempo per ragionare e così deve essersi conformata tutta quella gente pensando intanto a saziarsi e poi a farsi una ragione di quanto stava avvenendo.

Erano venuti in cerca di Gesù, lo avevano trovato, Egli aveva soddisfatto tante loro richieste, per intanto ciò bastava loro.

Gesù vede più lontano, ma si abbassa ad alleviare le necessità immediate, dimostrando comprensione e compassione. Tuttavia Egli non appiattisce il suo intervento sulle urgenze materiali. La sua intromissione non ha nulla di automatico.

Egli cerca la collaborazione dei suoi apostoli e li responsabilizza. Pretende che gli sia messo a disposizione quel poco che si trova e che ciascuno si metta in gioco direttamente, partendo con una cesta riempita di un solo boccone di pane e di una porzione di pesce secco e basta. Il resto lo avrebbe fatto la Provvidenza e sarebbe stato un segno...

In seguito i più accorti avranno pensato al lontano ma ben noto episodio della manna nel deserto. I più istruiti nelle Sacre Scritture avranno collegato l'episodio alla promessa profetica del banchetto che Dio prepara per i suoi amici, come abbiamo sentito nella prima lettura.

Per intanto Gesù non parla. La spiegazione più autentica di quel miracolo di moltiplicazione sarebbe stata l'istituzione dell'Eucaristia unico chiarimento sufficiente a una tanto abbondante beneficienza materiale.

Solo accostandosi all'Eucaristia infatti il credente avrebbe ricevuto la pienezza del dono del Signore. Solo l'Eucaristia è la carità basta che a se stessa. Solo a motivo dell'Eucaristia noi possiamo abbiamo potuto rileggere questo episodio e sentirlo vivo e attuale per noi oggi.

 

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