TESTO Commento su Matteo 13,36-43
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Martedì della XVII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (29/07/2008)
Vangelo: Mt 13,36-43
1) Preghiera
O Dio, nostra forza e nostra speranza,
senza di te nulla esiste di valido e di santo;
effondi su di noi la tua misericordia
perché, da te sorretti e guidati,
usiamo saggiamente dei beni terreni
nella continua ricerca dei beni eterni.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
2) Lettura del Vangelo
Dal Vangelo secondo Matteo 13,36-43
In quel tempo, Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!
3) Riflessione
• Il vangelo di oggi ci presenta la spiegazione di Gesù a richiesta dei discepoli, della parabola del grano e della zizzania. Alcuni studiosi pensano che questa spiegazione, che Gesù dà ai discepoli, non sia di Gesù, ma della comunità. E' possibile e probabile, poiché una parabola, per sua natura, richiede il coinvolgimento e la partecipazione delle persone nella scoperta del significato. Così come la pianta è già dentro il seme, così certamente, la spiegazione della comunità è nella parabola. Ed è esattamente questo l'obiettivo che Gesù voleva e vuole raggiungere con la parabola. Il senso che noi oggi stiamo scoprendo nella parabola che Gesù ha raccontato duemila anni fa era già racchiuso nella storia che Gesù raccontò, come il fiore è già nel suo seme.
• Matteo 13,36: La richiesta dei discepoli a Gesù: la spiegazione della parabola del grano e della zizzania. I discepoli, in casa, parlano e chiedono una spiegazione della parabola del grano e della zizzania. (Mt 13,24-30). Viene detto molte volte che Gesù, in casa, continuava ad insegnare ai suoi apostoli (Mc 7,17; 9,28.33; 10,10). In quel tempo, non c'era la televisione e le lunghe ore delle sere d'inverno la gente le trascorreva riunita a parlare dei fatti della vita. In queste occasioni Gesù completava l'insegnamento e la formazione dei discepoli.
• Matteo 13,38-39: Il significato di ognuno di questi elementi della parabola. Gesù risponde riprendendo ognuno di questi elementi della parabola e dando loro un significato: il campo è il mondo; il buon seme sono i membri del Regno; la zizzania sono i membri dell'avversario (maligno); il nemico è il diavolo; la mietitura è la fine dei tempi; i mietitori sono gli angeli. Ed ora rileggi di nuovo la parabola (Mt 13,24-30) dando il giusto significato ad ognuno di questi sei elementi: campo, buon seme, zizzania, nemico, mietitura e mietitori. Così la storia assume un senso completamente nuovo ed è possibile raggiungere l'obiettivo che Gesù aveva in mente quando ha raccontato alla gente la parabola della zizzania e del buon seme. Alcuni pensano che questa parabola deve essere capita come un'allegoria e non come una parabola propriamente detta.
• Matteo 13,40-43: L'applicazione della parabola o dell'allegoria. Con queste informazioni date da Gesù, capirai meglio la sua applicazione: "Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro." Il destino della zizzania è la fornace, il destino del grano è brillare al sole nel Regno del Padre. Dietro queste due immagini c'è l'esperienza delle persone. Dopo che loro hanno ascoltato Gesù e lo hanno accettato nella loro vita, tutto è cambiato per loro. Ciò vuol dire che in Gesù è avvenuto ciò che speravano: il compimento delle promesse. Ora la vita si divide in prima e dopo aver accettato Gesù nella loro vita. La nuova vita è iniziata con lo splendore del sole. Se avessero continuato a vivere come prima, sarebbero come la zizzania nella fornace, vita senza senso che a nulla serve.
• Parabola e Allegoria. C'è la parabola. C'è l'allegoria. C'è la mescolanza delle due che è la forma più comune. Generalmente tutto è una chiamata nella parabola. Nel vangelo di oggi abbiamo l'esempio di un'allegoria. Un'allegoria è una storia che una persona racconta, ma quando la racconta non pensa agli elementi della storia, ma al tema che deve essere chiarito. Nel leggere un'allegoria non è necessario prima guardare la storia come un tutto, perché in un'allegoria la storia non si costruisce attorno a un punto centrale che dopo serve da paragone, bensì ciascun elemento ha una sua funzione indipendente, partendo dal senso che riceve. Si tratta di scoprire ciò che ogni elemento delle due storie cerca di dirci sul Regno, come fece la spiegazione che Gesù ci dà della parabola: campo, buon seme, zizzania, nemico, raccolto e mietitori. Generalmente le parabole sono anche allegorie. Mescolanza delle due.
4) Per un confronto personale
• Nel campo tutto è mescolato: zizzania e grano. Nel campo della mia vita, cosa prevale: zizzania o grano?
• Hai cercato di parlare con altre persone per scoprire il senso di qualche parabola?
5) Preghiera finale
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe,
chi spera nel Signore suo Dio,
creatore del cielo e della terra,
del mare e di quanto contiene. (Sal 145)