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TESTO Commento su Matteo 13,1-23

don Daniele Muraro   Home Page

XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (13/07/2008)

Vangelo: Mt 13,1-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

Udrete, sì, ma non comprenderete,

guarderete, sì, ma non vedrete.

15Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,

sono diventati duri di orecchi

e hanno chiuso gli occhi,

perché non vedano con gli occhi,

non ascoltino con gli orecchi

e non comprendano con il cuore

e non si convertano e io li guarisca!

16Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

18Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, 21ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Forma breve (Mt 13,1-9):

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

Stamattina sarei tentato di dire che Gesù toglie la fatica al predicatore. Il commento alla parabola per questa Domenica è già fatto e viene direttamente dal suo autore. Gesù propone il tema, lo illustra e, su insistenza dei discepoli, lo commenta.

Infatti dopo aver raccontato in pubblico la similitudine del Seminatore, Gesù in privato ne dà una spiegazione completa, non priva di applicazioni pratiche.

La generosità di Gesù la si vede fin dalla mattina presto quando esce di casa e si mette a disposizione di chi lo interpella. Dopo aver passato la mattina a predicare poi egli non disdegna di ritornare sullo stesso argomento fino ad esaurire ogni dubbio o perplessità.

Potremmo chiederci allora perché continuare con l'illustrazione del testo dal momento che esso parla già da solo. Come vedremo è la stessa generosità di Gesù che sollecita ad un approfondimento.

L'abbondanza di Gesù nel predicare infatti non è solo materiale, ma personale e spirituale. Gesù in quanto Figlio di Dio sapeva e poteva tutto. Se quello che distribuiva fossero state parole vuote poteva darne a volontà, dal momento invece che la parola che annunciava si riferiva al Lui stesso e alla sua opera di Salvatore allora la sua generosità è a caro prezzo e per niente sconsiderata.

Ma torniamo al Vangelo. Di fronte ad una folla che lo preme e incuriosita si ferma ad ascoltarlo Egli non si tira indietro, ma "parla di molti argomenti". San Matteo riporta prima di tutto la parabola del Seminatore: essa fa da introduzione alle parabole successive e fornisce la chiave per apprezzarle.

Gesù sa come colpire l'immaginazione e così scorrono davanti agli occhi dei presenti come dei quadri le scene più varie. Prima si assiste alla semina che cade sulla strada, dove il chicco di grano viene inevitabilmente beccato dagli uccelli del cielo. Poi la semina si sposta su un terreno sassoso: lì il seme può germogliare, ma per la scarsità di terriccio non riesce a mettere radici, basta un po' di sole per bruciare il germoglio e far seccare quella che rimane solo un'erba di campo. Un'altra parte del seme cade su un posto pieno di spine e di rovi: ben presto le piante infestanti prendono il sopravvento sulla tenera pianta da frutto e con la loro esuberanza la soffocano. Per fortuna che esiste anche il terreno buono, dove il seme trova un ambiente favorevole al suo impianto e al suo sviluppo fino al frutto abbondante in misura dei nutrienti e della posizione.

A questo punto l'esperienza moderna diverge da quella antica e noi dobbiamo fare in conti con la distanza che ci separa dal mondo agricolo della Palestina di duemila anni fa.

Quello che per noi sembra strano, per i diretti ascoltatori di Gesù sembrava normale e perciò essi potevano passare agevolmente al passaggio successivo, mentre noi dobbiamo fare uno sforzo aggiuntivo.

L'ascoltatore attento del tempo di Gesù arrivato alla fine dalla parabola inevitabilmente si poneva la domanda: "E io che specie di terreno sono? Come posso portare frutto?".

Noi invece ci domandiamo: "Come mai il Seminatore della parabola butta la sua semente dappertutto, anche dove resterà sterile?"

Il Seminatore della parabola si comporta in un modo così stravagante per noi, semplicemente perché quello era l'uso del tempo: prima si seminava e poi si arava. Siccome con gli animali e gli attrezzi di legno non si riusciva a scavare un solco profondo, l'aratura arrivava appena a scalzare il terreno e serviva solo a ricoprire il seme. Che cosa ci fosse sotto al primo strato di terriccio lo si veniva a sapere con certezza solo al momento del germoglio, quando ogni settore rispondeva al seme secondo le sue caratteristiche. Allora funzionava così.

Allo stesso modo Gesù si esprimeva per immagini anche perché questo era l'uso del tempo, ma raccontando le parabole Egli non intende solo divertire o incuriosire. Il suo scopo è di far riflettere e aprire le menti e i cuori alla novità del Regno di Dio.

Gesù si dimostra un eccellente predicatore. Nel suo discorso sono rispettate tutte le regole di una corretta comunicazione. Il suo modo di porgere soddisfa sia il requisito della novità che attira i più distratti, sia l'esigenza dell'approfondimento che appaga i più riflessivi.

Egli tuttavia non ha di mira l'applauso della folla, ma il suo cambiamento, non vuole l'approvazione ma la conversione.

Le parabole di Gesù sono diverse dalle storielle che troviamo nel repertorio della saggezza di ogni popolo e la differenza sta nella persona che ci sta dietro.

Attraverso i più svariati dettagli della vita di tutti i giorni Gesù ribadisce il suo messaggio fondamentale: il Regno di Dio è presente, Dio si interessa degli uomini, occorre convertirsi, credere a questa buona notizia e a chi la porta e vivere in conseguenza di questo annuncio. La generosità di Gesù dunque non toglie la fatica di capire, né quella di mettere in pratica.

Nonostante le distanze di tempo e di spazio la parola di Gesù tutti la possono capire al volo, in questo consiste la sua sovrabbondanza. Essa però chiede di ritorno altrettanta generosità: quella del coinvolgimento personale. I quattro tipi di terreni descritti da Gesù corrispondono a quattro diversi atteggiamenti personali con la differenza che il campo rimane quello che è, le persone possono cambiare. Gesù dà a tutti una possibilità, qui sta la sua generosità, ciascuno può dare una possibilità a Dio, qui sta la nostra generosità e direi anche la nostra ricchezza, di chi predica e di chi ascolta.

 

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