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TESTO Commento su Matteo 13,1-23

padre Paul Devreux

XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (13/07/2008)

Vangelo: Mt 13,1-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

Udrete, sì, ma non comprenderete,

guarderete, sì, ma non vedrete.

15Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,

sono diventati duri di orecchi

e hanno chiuso gli occhi,

perché non vedano con gli occhi,

non ascoltino con gli orecchi

e non comprendano con il cuore

e non si convertano e io li guarisca!

16Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

18Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, 21ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Forma breve (Mt 13,1-9):

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

Tutte le letture di oggi parlano di abbondanza. Nel vangelo vediamo che molta gente si raccoglie intorno a Gesù per ascoltarlo. Segno che risponde ad un loro bisogno, e vediamo che Gesù parla loro in parabole ma dalla traduzione del testo sembrerebbe che lo fa per non farsi capire. Sappiamo che la parabola è un genere linguistico fatto apposta per provare a spiegare cose complicate con parole semplici e con esempi. Quindi se Gesù usa questo linguaggio è proprio perché cerca di raggiungere tutti. Poi, a chi decide di seguirlo, approfondisce il suo discorso.

Succede un po' come chi oggi riprende in mano il vangelo della domenica dopo la messa o durante la settimana per cercare di approfondirlo e metterlo in pratica, magari confrontandosi con qualcun altro. Ovviamente chi lo fa riceve di più.

Viene spontaneo domandarsi: io, che terreno sono? Dipende dai giorni e da quello che sto vivendo.

Il terreno che porta frutto è quello, arato, ribaltato, in modo da poter accogliere il seme in profondità e lasciargli prendere radice. Riuscire ad essere questo terreno è bello perché ricevere è la condizione per avere e, di conseguenza, poter dare, sentirsi utili, benedetti e felici!

Chi mi farà diventare un terreno buono? La vita. La vita con i suoi alti e bassi e il sostegno dell'ascolto della Parola del Signore nella preghiera.

Signore grazie perché con la tua pazienza e la tua lungimiranza mi farai passare attraverso tutte le tappe di questa parabola: dall'essere una strada impermeabile ed autosufficiente, al terreno sassoso un po' curioso, fino a poi diventare un terreno buono e ricettivo.

Ma l'intento principale di Gesù è farci notare quanto generoso è questo seminatore e quanto grande è la fecondità di chi lo ascolta. Un po' come Abramo, nostro padre nella fede, al quale viene promesso, quando ascolta la voce che gli parla, di diventare padre di una moltitudine. In effetti non si è mai visto un seminatore buttare il seme prezioso sulla strada, fra i sassi o le spine, e anche il raccolto è all'insegna dell'abbondanza.

Signore, grazie per la tua generosità e gratuità. Donaci di diventare sempre più ricettivi e attenti alla tua Parola.

 

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