TESTO Commento su Mt 6,25
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Sabato della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (21/06/2008)
Vangelo: Mt 6,24-34
Dalla Parola del giorno
"Non affannatevi".
Come vivere questa Parola?
È un insegnamento di Gesù, un imperativo, oggi, quanto mai terapeutico. La vita va talmente di corsa al lavoro e nelle varie strutture operative, che la famiglia ne risente, e anche la singola persona. L'affanno nasce lì: al cuore di una vita malata di 'dimenticanza'. Si dimentica che essa "vale più del cibo, più del vestito" come dice Gesù, vale in quanto dono di Dio. In lui infatti ha la sua sorgente e il suo prolungarsi negli orizzonti eterni.
Ciò che Gesù, da perfetto terapeuta, ci fa cogliere, è che bisogna proprio tendere alla libertà. Perché c'è un padrone che ti schiavizza interamente ed è il modo di gestire la vita secondo la mentalità mondana; e c'è un padrone che, se tu scegli di servirlo, ti riconsegna alla tua identità di immagine e somiglianza Sua, e perciò ti rende libero. Si tratta di Dio!
L'affanno nasce dalla dimenticanza e dal non osservare quello che fa Dio con le sue creature: gli uccelli, i fiori del campo. Guarda come ad ogni stagione si prende cura di loro. E quanto più avrà cura di te, di me, di tutti!
Se cerco anzitutto il regno di Dio nella mia vita, cioè scelgo di essere dalla parte di Gesù e valuto col suo criterio quello che sono chiamato a vivere, tutta l'onda viva dell'Amore di Dio entrerà fin nelle mie cellule e sarò uomo, donna non solo libero dall'affanno, ma capace di vivere e diffondere un senso di pace.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, considererò che la vera gioia di vivere prende le distanze dalla voglia di fare dell'efficientismo e dal ritenersi al centro di tutto.
Signore, donami la tua pace, non quella che dà il mondo. Mio Signore, mio Dio liberatore!
La voce di una beata
Come vorrei dire a tutte le anime quali sorgenti di forza, di pace e anche di felicità troverebbero se acconsentissero a vivere in intimità con Dio. Esse però non sanno aspettare. Se Dio non si comunica loro sensibilmente, abbandonano la sua santa presenza e, quando egli arriva carico di doni, non trova nessuno. L'anima è al di fuori, nelle cose esteriori, non abita più nel proprio intimo!
Elisabetta della Trinità