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TESTO Commento su Gc 5,9.12

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Venerdì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (23/05/2008)

Brano biblico: Gc 5,9.12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Non lamentatevi fratelli, gli uni degli altri per non essere giudicati [...]. Non giurate né per il cielo né per la terra né per qualsiasi altra cosa; ma il vostro sì sia sì e il vostro no sia no, per non incorrere nella condanna.

Come vivere questa Parola?

Il Signore è ricco di misericordia e di compassione proclama S. Giacomo all'interno della pericope proposta quest'oggi. È un'asserzione che accende di calda luce gli insegnamenti che qui sono dati. Anzitutto l'invito a non lamentarci dei nostri fratelli "per non essere giudicati".

In effetti chi si lamenta di qualcuno è come se lo giudicasse. Già S. Paolo aveva precisato: "Non giudicate e non sarete giudicati", invitando poi a vivere una relazionalità contrassegnata da comprensione e misericordia: elementi indispensabili a quella concordia che rende positiva la convivenza: sia in famiglia che in comunità. È poi molto bello quell'invito che viene dopo a non giurare e ad essere semplici nel parlare. È la lode dell'essenzialità di linguaggio, di chiarezza e sincerità nel comunicare. Il 'sì' ha da essere 'sì', il 'no', 'no'. Anche Gesù lo aveva detto. Quanto è importante a tutti i livelli: da quello massmediale e giornalistico a quello interpersonale!

Se vivo con Gesù che è ricco di misericordia e di compassione, se sono unito a lui come il tralcio alla vite, viene facile 'setacciare' i miei pensieri, valutazioni e le mie parole alla sua luce. Anche il mio dire oltre che il mio essere si scioglie da complicazioni, ambiguità, durezze, sofismi, insincerità.

Oggi, in quiete contemplativa, chiedo a Gesù di tenermi strettamente unito a lui perché il mio vivere e il mio comunicare siano semplici, sobri, trasparenza di lui.

Gesù Signore del sì che è sempre sì a Dio e alla vita, del no che è sempre no al non-amore, afferrami nel tuo 'sì' al Padre, con amore.

La voce di un dottore della Chiesa

Mettiamo una porta e una sbarra alla nostra bocca; molti mali nascono dalla maldicenza: vengono sconvolte case, vengono spezzate amicizie, e succedono mille altri guai.
Giovanni Crisostomo

 

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