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TESTO Commento Giovanni 14,8

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Santi Filippo e Giacomo (03/05/2008)

Vangelo: Gv 14,6-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,6-14

6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. 13E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Dalla parola del giorno

"Signore, mostraci il Padre e ci basta!"

Come vivere questa Parola?

Filippo verbalizza un desiderio che, in fondo, alberga in ogni cuore umano: "vedere" Dio. È da Lui che veniamo e da Lui ci sentiamo irresistibilmente attratti. Ne avvertiamo il fascino e la presenza impalpabile, ma quando tentiamo di afferrarlo con il nostro intelletto, Egli sfugge alla nostra presa: è sempre oltre. Affiora allora spontanea la domanda che ricorre anche nei salmi: Mostrami il tuo volto!

In realtà Dio ci ha già mostrato il suo volto nel Verbo incarnato. Ma gli stessi discepoli che pure dichiarano di averlo visto palpato di aver mangiato con Lui risorto, non lo riconoscono immediatamente, sebbene li affianchi nel cammino, sia presso la tomba vuota, sia ad attenderli sulla spiaggia lontana.

Rimane sempre qualcosa di "indicibile" di fronte a cui la mente umana non può che fermarsi adorante. Solo immergendosi nel silenzio di tutto l'essere se ne può cogliere l'eco, perché è nel silenzio che Cristo-Parola può risuonare liberamente e svelarci il volto del Padre, senza togliercene la nostalgia.

Allora, come l'occhio coglie il raggio luminoso nel suo rifrangersi nei colori dell'iride, così lo spirito riesce ad afferrare qualcosa del divino che lo sovrasta nelle impronte che scopre nell'humus della creazione e della sua stessa esistenza. Frammenti di luce che parlano della Sorgente e ne mantengono desto l'anelito.

Oggi, nel mio rientro al cuore, mi immergerò nel silenzio adorante e pregherò:

Mostrami il tuo volto, Signore!

La voce di un monaco del VII secolo

Dio è Amore. Chi volesse definirlo sarebbe come un cieco che vuole contare i granelli della sabbia del mare
Giovanni Climaco

 

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