TESTO Commento su At 8,5.8
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VI Domenica di Pasqua (Anno A) (27/04/2008)
Brano biblico: At 8,5.8
«15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Dalla Parola del giorno
Filippo, sceso in una città della Samaria, cominciò a predicare il Cristo [...]. E vi fu grande gioia in quella città.
Come vivere questa Parola?
Ciò che hanno vissuto i primi cristiani è proprio questo: la gioia. Filippo, e con lui apostoli e discepoli, annunciavano il vangelo come 'magna carta' di libertà vera. E succedeva che gli angariati dai demoni ne erano liberati e quelli che erano nel disagio di paralisi e mali vari sperimentavano la libertà.
Conseguenza? La gioia! Che – si badi - non era solo l'immediato frutto di questa liberazione ma, più in profondità, il conoscere il Liberatore, Cristo Gesù e il suo vangelo.
La situazione di oggi non è poi tanto diversa. Noi ci vantiamo di essere liberi. Scrive T.Radcliffe che la libertà, intesa come autonomia personale, è il valore più importante, almeno per gli Europei di oggi. Ma cita poi un altro studioso che osserva: c'è bisogno, oggi, di una pedagogia della libertà perché noi non sappiamo goderla. Infatti sono libero di far soldi, ma non so stringere rapporti fraterni amichevoli. Sono libero di sperimentare tanti piaceri ma il cuore è spesso così scontento che mette amaro là dove vorrei spremere piacere. Sono libero di pensare leggere, scrivere, viaggiare, fare sport e politica e destreggiarmi in progetti economici o d'altro, ma rincorro sempre il mio 'ego' che vuole primeggiare anche a scapito degli altri.
Sì, la libertà e una qualità di vita serena e felice non solo sono possibili, ma sono il cuore stesso del vangelo. Gesù ti dice, perfino col suo mistero pasquale, che la libertà è vera se diventa apertura al dono di noi stessi. In definitiva la gioia abita lì: in un libero arbitrio liberato dall'egoismo. Gioioso, felice, beato (come dice Gesù) è chi è libero per amare.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi abbandono al silenzio di Dio-Amore che fa nido in me. E prego:
Signore, tu vuoi la mia gioia e quella dei miei fratelli. Falla risplendere in me e attraverso il mio donarmi.
La voce di una santa di oggi
Non permettete che niente vi riempia di tristezza, fino al punto di farvi dimenticare la gioia di Cristo risorto
Madre Teresa di Calcutta