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TESTO Sempre con noi per farci vivere l'amore

don Gianluca Peschiera (ragazzi)   Centro Pastorale Ragazzi

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VI Domenica di Pasqua (Anno A) (27/04/2008)

Vangelo: Gv 14,15-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-21

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Il brano di oggi ci presenta il meraviglioso impegno che Gesù prende nei confronti dell'umanità. Non era affatto scontato credere a quello che Gesù prometteva, cioè che sarebbe rimasto con i suoi discepoli e più in generale con tutti anche dopo la sua ormai imminente morte. E Gesù promette lo Spirito che permetterà di vivere i comandamenti.

Ma andiamo con ordine, leggiamo e preghiamo bene con il Vangelo di questa domenica, vediamo com'è andata e proviamo ad operare qualche riflessione anche su noi stessi.

Dal Vangelo secondo Giovanni (14,15-21)

In quel tempo Gesù disse: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi.

Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».

I comandamenti: penso proprio che ciascuno di voi li conosca bene. I famosi 10 comandamenti, le 10 parole della libertà vera.

Avete fatto caso però che Gesù, nell'insieme del Vangelo, li usa con estrema "elasticità"?

Al giovane ricco ne ricorda solo quelli dal quarto in poi: sembra proprio che Gesù ci tenga molto al rispetto verso i genitori e l'amore al prossimo.

In altri casi Gesù interviene dicendo: "Avete sentito che agli antichi fu detto ad esempio Non uccidere, ma io vi dico che basta un'offesa al fratello per uccidere una persona!"

Spesso Gesù è stato richiamato sui temi che ruotano intorno ai comandamenti, alla legge. Vi ricordate per esempio delle critiche che Gesù ha ricevuto quando compiva i miracoli in giorno di sabato, il giorno del riposo, sacro agli ebrei, giorno in cui Dio stesso si è astenuto - alla creazione – dal fare qualunque attività?

Una volta un dottore della legge gli ha chiesto qual è il comandamento più importante e sappiamo bene la risposta di Gesù: è l'amore il più importante dei comandamenti, l'amore a Dio e al prossimo (e a te stesso, qualcuno nota). Se non inquadri tutta la questione dei comandamenti, della legge nell'orizzonte dell'amore, non ci capisci un tubo!

Un commento per ragazzi

Forse il brano di questa domenica non è semplicissimo, ma il messaggio che riceviamo è grandioso, meraviglioso.

Gesù ci fa una promessa la più grande promessa che potesse farci: "Io non vi abbandonerò mai! Sarò sempre con voi".

Stava per arrivare il momento della crocifissione e Gesù rincuora gli apostoli presentando la meravigliosa eredità che lascia: il suo Spirito!

E il suo Spirito ora è dentro ognuno di noi. Gesù chiede ai suoi discepoli di amarLo e Lui ci sarà, si manifesterà ed ascolterà ogni esigenza. Se Lui è dentro di noi AmarLo significa amare se stessi e il prossimo.

Gesù rinasce nell'amore della gente e ogni qual volta noi siamo spinti all'odio e all'indifferenza verso gli altri, o allo scarso rispetto e attaccamento alla nostra persona, noi contribuiamo alla morte di Gesù non alla sua vita accanto a noi.

Gesù ci chiede poi di seguire i suoi comandamenti, e non si riferisce al famoso decalogo consegnato a Mosè, ma all'unico comandamento che regola tutti gli altri: Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi!

Questo è il segreto per vivere bene e realizzare la propria vita.

Tutti abbiamo bisogno dell'amore dell'altro e abbiamo anche bisogno di donare il nostro amore. Ogni volta che vedremo un amico o una persona vicina che riesce ad avere un successo anche grazie al nostro appoggio, al nostro amore, quello diverrà un successo anche per noi. Ma meno saremo in grado di donare e meno conosceremo la gioia. Quindi impariamo a dare, donarci, e amare, questa è la strada che non tradisce mai, questa è la strada che c'ha mostrato Gesù.

Dopo aver letto quello che precedeva proviamo a pensare alla nostra vita

- Chiudiamo gli occhi e proviamo a pensare alle PROMESSE che abbiamo fatto noi... siamo sempre riusciti a portarle fino in fondo?
Quali sono state le nostre difficoltà nel mantenerle?

- Aiutiamo Gesù a mantenere la sua promessa, cioè a vivere dentro di noi?
Cosa potremmo fare per sentirlo sempre più vicino?
- Riusciamo ad amare gli altri come Gesù ha amato noi?
Siamo attenti ai bisogni di chi ci sta vicino?

Li aiutiamo ad essere felici?

L'angolo delle curiosità

Lo Spirito Santo è chiamato il consolatore, il paraclito. Quest'ultima è una parola che deriva dal verbo greco che significa proprio consolare.

E' molto bello riconoscere che lo Spirito ci è donato dal Padre e dal Figlio per rassicurarci nelle nostre difficoltà, consolare le nostre fatiche, aiutarci a perdonare, a crescere.

Il Paraclito, cioè lo Spirito consolatore, ci suggerisce come far emergere nelle situazioni concrete della vita, i motivi di speranza. Ma non si tratta di motivi umani. Non abbiamo bisogno di sapere che domani avremo un responso medico favorevole per avere la speranza. Nel senso che è lecito pregare per questo, ma la speranza teologale non è condizionata dal risultato, perché speriamo per un motivo che non viene mai meno.

Questo motivo è fondato su Dio. Su Dio che è fedele, su Gesù Cristo che è risuscitato dai morti, sulla consapevolezza che il legame che li lega – lo Spirito Santo – è stato riversato nei nostri cuori e la sua grazia, che ci rende figli suoi, è sempre a nostra disposizione.

 

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