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TESTO Commento su Giovanni 10,1-10

don Daniele Muraro   Home Page

IV Domenica di Pasqua (Anno A) (13/04/2008)

Vangelo: Gv 10,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

San Giovanni nel suo Vangelo non nomina mai la parola Chiesa, ma più di una volta ci offre l'immagine del gregge con il suo pastore. Da questa immagine tradizionale egli parte per illustrare la novità di Gesù, guida del nuovo popolo di Dio.

Nell'Antico Testamento Mosè e Davide, prima di essere chiamati a diventare capi e pastori del Popolo di Dio, erano stati effettivamente pastori di greggi. Nei fatiche del periodo dell'esilio, di fronte al fallimento dei pastori d'Israele, cioè delle guide politiche e religiose, il profeta Ezechiele aveva tracciato l'immagine di Dio stesso come del Pastore del suo popolo.

Ora Gesù annunzia che quest'ora è arrivata: Egli stesso è il Buon Pastore nel quale Dio si prende cura della sua creatura, l'uomo. Dopo la sua resurrezione Gesù dà a san Pietro l'incarico di pascolare le sue pecorelle.

San Pietro però sa bene che uno solo è il pastore titolare del gregge e tutti gli altri sono suoi collaboratori. Infatti nella sua lettera dice: "Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro... pascolate il gregge di Dio che vi è affidato... e quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce."

Nei primi tempi della Chiesa l'immagine del Buon Pastore colpì e commosse gli animi dei cristiani. Dipinta o scolpita nelle Catacombe, sui sepolcri e nei Battisteri per chi aveva ascoltato la predicazione del Vangelo essa fu motivo di conversione, di impegno spirituale e di conforto,

Nel contesto delle popolose città greche e romane il pastore era in genere espressione del sogno di una vita serena e semplice, di cui la gente nella confusione urbana aveva nostalgia. I cristiani però presentano Gesù buon pastore alla luce del salmo 22, quello che abbiamo letto nel salmo responsoriale: "Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla... Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me...". Il vero pastore è Colui che conosce anche la via che passa per la valle della morte; Colui che anche sulla strada dell'ultima solitudine, nella quale nessuno può accompagnarmi, cammina con me guidandomi per attraversarla: Egli stesso ha percorso questa strada, è disceso nel regno della morte, l'ha vinta ed è tornato per accompagnare noi adesso. Egli ci fa certi che, insieme con Lui, un passaggio lo si trova. Una nuova speranza sorgeva nella vita dei credenti.

Effettivamente il buon Pastore che Gesù impersona è diverso dai soliti pastori dei greggi e compie gesti che non ci aspetteremmo. Egli guida le pecore, cioè sta davanti, mentre normalmente un pastore sta verso la fine del suo gregge, così può controllarne con gli occhi il cammino.

Inoltre, se il pastore cammina davanti e le pecore significa che esse hanno imparato a conoscere la sua voce e questo può essere verosimile, ma il Buon Pastore non si limitare a farsi sentire fischiando come tutti gli altri pastori, ma conosce ogni pecora individualmente e la chiama per nome.

Infine, cosa più strana di tutte, il buon pastore dà la vita per le sue pecore. Egli non è come il mercenario, che quando vede arrivare il lupo fugge. Egli non solo difende il suo gregge, e fin qui possiamo capire, ma arriva fino a dare la vita per la salvezza delle sue pecore e questo va al di là del dovere e del buon senso.

Tuttavia Gesù afferma di essere venuto proprio perché gli uomini abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza e il suo sacrificio è una condizione necessaria alla realizzazione di questo traguardo.

Tutto l'accento nella proposta di Gesù cade sulla vita nuova per cui è necessario un passaggio, un'uscita e poi un ingresso, un esodo dal pericolo e dal male verso il bene e l'abbondanza.

Per questo Gesù presenta se stesso non solo come il pastore, ma anche come la porta "Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo."

Resta un ultimo particolare da considerare nella similitudine di oggi, ossia il guardiano della porta. Il pastore delle pecore entra nel recinto dalla porta e il guardino gli apre, dice Gesù. Chi è questo guardiano?

Sant'Agostino afferma che il guardiano della porta o portiere è lo Spirito santo. il Signore stesso dice dello Spirito Santo ai suoi discepoli: Egli vi insegnerà tutta la verità. Chi è la porta? Cristo. Chi è Cristo? La verità. Chi è che apre la porta se non colui che insegna tutta la verità?

 

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