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TESTO Seguimi. Ora puoi farlo.

Paolo Curtaz  

III Domenica di Pasqua (Anno C) (29/04/2001)

Vangelo: Gv 21,1-19(forma breve Gv 21,1-14) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 21,1-19

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Gesù è risorto, ma quanta fatica gli apostoli (e noi) fanno a digerire questa notizia! Gesù è presente, vivo, incontrabile, ma la fatica del credere paralizza la fede, la delusione brucia e l'esperienza negativa della propria fragilità comporta una lunga strada di conversione che – ancora – gli apostoli devono percorrere. Che ridere! Tre anni con Gesù, tre anni di discepolato, per trovarsi da capo, a ricominciare. Ma con un cuore diverso, ora.

A leggere i Vangeli della Resurrezione (ah!se fossero più conosciuti dai discepoli di oggi!) salta agli occhi la difficoltà che i discepoli hanno nel riconoscere il Signore: è lui, non è un fantasma, ma la sua nuova condizione viene accolta con difficoltà. Anzi, ad essere precisi, il riconoscimento avviene solo dopo un gesto, un segno: la voce per Maria, le bende per Giovanni, il pane spezzato per i discepoli di Emmaus, le ferite per Tommaso, la rete piena nel Vangelo di oggi; quasi come se gli evangelisti dicessero che Gesù Risorto si riconosce solo attraverso dei segni, anche oggi (gulp! Che stiano parlando dei sacramenti?).

La Parola di oggi parte da una delle scene più sconfortanti dell'intero Vangelo: Pietro che torna a pescare, seguito da alcuni degli apostoli. "Torno a pescare": l'ultima volta era accaduto tre anni prima, sullo stesso lago, vicino a casa sua, a Cafarnao. Era stata una pesca che aveva cambiato la sua vita. Ma ora è tutto finito: il Rabbì è morto, tutto chiuso, fine della bella avventura. Come in Tommaso, anche in questa scena vediamo stanchezza e fragilità, disillusione e rabbia. Ancora una volta ci ritroviamo nello sconforto degli apostoli che hanno creduto senza risultato, che hanno misurato la propria piccolezza sotto la croce. E lì, all'ombra del loro fallimento, Gesù li aspetta. Di nuovo alla fine di una notte inutile e infruttuosa, proprio alla fine, Gesù li aspetta. E li provoca: riprendete il largo. Immaginiamo solo il silenzio degli apostoli, la tensione che cresce: parole già sentite tanti anni prima. Accade, accade nuovamente: la rete è piena di pesci, si rompe, si fatica a tirarla a bordo. Allora lo riconoscono, e gridano il loro stupore: "è il Signore!": Pietro si tuffa', arrivano a riva e Giovanni annota: sapevamo che era lui, ma nessuno aveva il coraggio di chiederglielo. Infine il dialogo – splendido – tra Gesù e il "suo" Pietro; tre volte aveva negato di conoscerlo, tre volte è chiamato a guardarsi dentro. La traduzione italiana non rende giustizia al fine greco di Giovanni: Gesù all'inizio chiede amore e da Pietro riceve un "ti voglio bene". Pietro ora sa il suo limite, lo ha misurato. E l'ultima volta Gesù accetta, con un sorriso, questo bene. Sì: ora Pietro è pronto a seguirlo, ora Pietro potrà accompagnare i fratelli perché mai più si sentirà diverso o superiore. Una guida così serviva alla prima comunità: una persona cosciente dei propri limiti per poter accogliere e sostenere quelli dei propri compagni di viaggio.

Fine del Vangelo di Giovanni, su questa parola - "seguimi" - rivolta a Pietro. E a noi.

Anche nella notte della vita, anche nella fatica del quotidiano, nel delirio del tempo che ci travolge, Gesù ci chiama a seguirlo. Cosa mai può ostacolare l'amore di Dio? Cosa impedirgli di starci accanto? Cosa far tacere la sua chiamata in fondo ad ogni delusione?

Gesù è risorto. Glorioso e timido Signore, misterioso e nascosto Maestro, si lascia riconoscere dai segni che ci richiamano a Lui, che ci scuotono dalla tiepidezza e dal torpore, E questo avviene in una comunità di peccatori perdonati: la rete piena è allusione alla Chiesa, i 153 pesci, numero che pare indicare l'interezza delle specie di pesci conosciute in quell'epoca, dicono che nella chiesa c'è posto per tutti coloro che si lasciano raggiungere dal Risorto, guidati e confermati nella fede dal pescatore Pietro: fratello che seppe piangere la propria fragilità e incontrò la tenerezza di Dio. Sì, ora Pietro è capace di essere vero discepolo.

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