TESTO La conoscenza e la dimora
Lunedì della V settimana di Pasqua (21/04/2008)
Vangelo: Gv 14,21-26
Lettura
Il testo apre delle prospettive sull'esistenza terrena dei discepoli di Gesù: essa si distingue per una relazione che si fonda sull'amore per il Maestro e che si esprime nell'osservanza dei comandamenti. I discepoli che lo amano e che, pertanto, sono amati dal Padre, avranno una conoscenza sempre più profonda di Gesù, che comincia ora e che culminerà nella vita eterna. Il mondo, invece, non può avere questa conoscenza, perché non ama Gesù e, quindi, non conosce la parola sua e del Padre. Dopo la Pasqua, l'insegnamento di Gesù ai suoi discepoli sarà reso più profondo e sarà continuamente ricordato, grazie all'azione dello Spirito, inviato dal Padre nel nome di Gesù.
Meditazione
Il dono dell'intimità che il Signore vuol fare ai suoi discepoli è espresso, prima, nei termini della conoscenza e, poi, in quelli della dimora.
Al discepolo che gli si rivolge nella fede e nell'amore, Gesù si manifesterà intimamente. Solo chi ama conosce l'Amore da cui è amato. Senza amore per Gesù, non può esserci conoscenza né di lui, né del Padre, né dello Spirito: «Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore» (1Gv 4,8). Ma di che tipo di conoscenza si tratta? Gli gnostici sono stati fra i primi eretici. Per loro, era spirituale chi aveva raggiunto una conoscenza superiore rispetto ad un semplice fedele. San Giovanni evangelista è stato un loro avversario, ma soprattutto, più tardi, sant'Ireneo di Lione. Questi ha sottolineato con forza che l'uomo non diventa spirituale perché acquista grandi e misteriose conoscenze, ma solo perché possiede lo Spirito Santo, inviato dal Padre, dopo l'ascensione di Gesù. In questo senso sono molto più spirituali i semplici fedeli che pregano, che meditano sulla storia d'amore di Dio per gli uomini raccontata dalla Scrittura, anziché quelli che fanno dotte riflessioni intellettuali di carattere religioso.
Nel discepolo che ama e che custodisce la parola, il Padre e Gesù verranno e prenderanno dimora. L'uomo che ha ricevuto lo Spirito Santo diviene dimora di Dio: il suo corpo e la sua anima sono stati consacrati mediante il battesimo. Perciò san Paolo scrive ai cristiani: «non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?» (1Cor 3,16). Perciò san Paolo ammonisce i fedeli a conservare la purezza del cuore e del corpo, affinché siano degna dimora di Dio.
Preghiera:
Padre santo, fa' che vivendo nella semplicità della fede e nella docilità allo Spirito Santo, apprezziamo e desideriamo con tutto il cuore l'intimità che il tuo Figlio ci ha promesso.
Agire:
Leggerò qualche pagina della Bibbia, riflettendo sulla storia dell'amore di Dio per l'uomo.
Commento a cura di don Nunzio Capizzi