PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Settimana Santa: "Benedetto Colui che viene"

mons. Antonio Riboldi

Domenica delle Palme (Anno A) (16/03/2008)

Vangelo: Mt 26,14- 27,66 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 26,14-27,66

In quel tempo, 14uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. 16Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.

17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». 25Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio».

30Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti:

Percuoterò il pastore

e saranno disperse le pecore del gregge.

32Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 33Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.

36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? 41Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». 43Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. 44Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

47Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». 49Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. 50E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. 52Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. 53O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? 54Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.

57Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.

59I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, 61che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». 62Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». 64«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico:

d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo

seduto alla destra della Potenza

e venire sulle nubi del cielo».

65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!».

67Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, 68dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».

69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». 70Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». 71Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». 72Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». 73Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

1Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. 2Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.

3Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». 5Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. 6I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». 7Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. 8Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. 9Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, 10e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.

11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». 12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito.

15A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. 16In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. 17Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».

20Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». 22Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». 23Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».

24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». 25E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». 26Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. 28Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, 29intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». 30Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.

33Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. 35Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. 36Poi, seduti, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». 38Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

39Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo 40e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». 41Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: 42«Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. 43Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». 44Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.

45A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. 53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.

54Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

55Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

57Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. 58Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. 59Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito 60e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. 61Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.

62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, 63dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. 64Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». 65Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». 66Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

Per chi si accosta con fede a questa settimana di Passione, quasi vengono meno le parole, lasciando lo spazio alla riflessione e alla commozione.

È una settimana, a cominciare da oggi, Domenica delle palme, che racconta la totalità e fedeltà dell'amore del Padre, che non si ferma ad una dichiarazione, ma va oltre, donandoci il Figlio e vivendo la 'Sua passioné. Gesù non guarda solo la nostra immensa povertà di uomini, 'allo sbando' senza l'amore del Padre, come in un abisso di solitudine e di sofferenza e, quindi, di errori, che sono il nostro quotidiano 'inferno', ma se ne fa carico per riportarci alla pienezza della Vita e della Luce, attraverso la sua morte in croce, unica via per il dono della Pasqua di Resurrezione.

Il Cielo non ha paura di mettersi i nostri panni, di abbassarsi fino a noi!

Gesù, dopo un breve momento di trionfo, che è la proclamazione della sua divinità, fa dono per sempre di Sé, per essere Vita della nostra vita, Carne della nostra carne, nell'istituzione dell'Eucarestia, del Giovedì santo.

Nella mattinata, in tutte le Diocesi, il vescovo raduna il clero, come a proclamare che 'siamo una cosa sola con Lui e in Lui', e benedice e consacra gli oli santi, a cominciare dal Sacro crisma, con cui si ungono la fronte dei cresimandi, le mani dei sacerdoti, il capo dei vescovi e gli oli per gli infermi. È quindi la festa dei presbiteri, 'una cosa sola con il vescovò.

A sera, durante la solenne S. Messa, detta "In Coena Domini", al Gloria si suonano le campane, che poi taceranno fino alla notte di veglia di Pasqua, come a chiamare tutti al silenzio della passione di Gesù.

Il Venerdì santo, la Chiesa, nel pomeriggio, commemora la Passione di Gesù e, durante la funzione, si è ammessi al bacio del Crocifisso.

Il Sabato santo è la giornata del silenzio e, quindi, dell'attesa della resurrezione.

Davvero è la Settimana che dovrebbe coinvolgere tutti noi per contemplare, vivere, farsi attrarre dall'amore di Dio, che mostra quello che ha fatto - e fa - qui tra noi, perché ci vuole bene.

Se davvero noi viviamo la fede, la nostra comunione con Gesù, dovremmo mettere in un angolo il tanto chiasso della vita, per entrare nel vivo dei Misteri che si celebrano.

Sarebbe un vero peccato vivere questa Settimana santa come un tempo 'normale', ossia guardando astrattamente a ciò che, invece, dovrebbe essere vissuto.

Oggi domenica delle Palme, cerchiamo di contemplare quello che Gesù volle dirci.

Così, racconta Matteo, quel mattino: "Quando furono vicini a Gerusalemme, e giunsero a Betfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: Andate nel villaggio che vi sta di fronte: subito troverete un'asina legata e con essa un puledro. Scioglieteli e conduceteli da me. Se qualcuno poi vi dirà qualche cosa, risponderete: il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà subito. Ora questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta: Dite alla figlia di Sion: ecco, il tuo re viene a te mite, seduto su un'asina, con il puledro, figlio di bestia da soma.

I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù, condussero l'asina e il puledro, misero su di essi il mantello ed egli vi si pose a sedere. La folla numerosissima stese i suoi mantelli sulla strada mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla via. La folla che andava avanti e quella che veniva dietro, gridava: Osanna al figlio di Davide! Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!. Osanna nel più alto dei cieli! Entrato Gesù in Gerusalemme, tutta la città fu in agitazione e la gente si chiedeva: Chi è costui? E la folla rispondeva: Questi è il profeta Gesù da Nazareth di Galilea" (Mt 21, 1-11).

Una cavalcata trionfale, in cui Gesù manifesta chi è: una solenne epifania, necessaria, prima delle giornate in cui le folle lo avrebbero visto in condizioni disumane, sotto una croce, salire il calvario, come il più terribile dei delinquenti.

Cosa vedevano mai in Gesù, allora, in quell'uomo, originario di una terra, la Galilea, da cui sembrava impossibile potesse spuntare 'qualcosa di buono'? Un 'povero uomo' che non aveva alcuna potenza umana, come invece amano esibirla tanti del nostro tempo, che si fanno chiamare 'grandi'? Un uomo che predicava la beatitudine della povertà in spirito ed era davvero povero, la beatitudine della misericordia e davvero accoglieva i peccatori, la beatitudine della fame di giustizia e davvero dava il pane a chi aveva fame, della persecuzione ed 'aveva molti nemici'?

Com'era possibile riporre la fiducia in Lui? Cosa aveva di 'grande'? Solo l'amore! Quello sì che era grande, 'divino', fino a dare la vita perché gli altri l'avessero ed in abbondanza.

Poteva Lui assicurare quella pace che allora la gente sperava su questa terra tormentata?

La giustizia, che non era facile trovare per le strade di Gerusalemme - allora, come oggi per le strade del mondo -?

Eppure Gesù aveva sempre affermato: "Io sono il Principe della pace. Io vi do la mia pace".

È la stessa domanda che, forse, si pone tanta gente, oggi: 'Gesù merita la nostra fiducia, tutta la nostra fiducia'?.

Ma prima chiediamoci: 'Di che pace parliamo?'. È forse Lui la pace che cerchiamo, o è 'altro che venga dagli uomini'? Gesù non si lasciò montare la testa dal trionfo, che gli tributava la povera gente di allora, soprattutto i bambini; aveva davanti agli occhi il prezzo da pagare, per dare la Sua pace: la dolorosa passione e morte in croce sul Calvario.

Sapeva solo che l'Amore divino è un dono gratuito, fino all'ultima goccia di sangue e, non solo, è anche l'unica via per sconfiggere il male, ereditato da Adamo, e vincerlo non per una sola volta, per un solo periodo della storia, ma per me, per tutti gli uomini, per sempre.

Così Paolo, scrivendo ai Filippesi, descrive 'questo' Amore: "Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome, perché nel Nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre" (Fil 2, 6-11).

Ho sentito troppe volte una frase, che rivela la nostra sensazione di sconfitta di fronte al male, che serpeggia tra noi in mille forme, sempre nuove e terribili: "Crede lei nell'amore? Crede che la via dell'amore, della misericordia, della non-violenza, possa sconfiggere la violenza piccola o grande che sia, individuale o organizzata?".

Pensando al grave livello a cui è giunta la violenza nelle guerre del mondo, o nelle organizzazioni criminali, o dentro le nostre stesse case, molti sono tentati di affidarsi 'all'unica possibile soluzioné: la guerra preventiva, la repressione dura, l'eliminazione dell'avversario, la violenza come difesa personale.

Ed invece no. L'amore è la sola forma di pace, che si possa offrire all'uomo. Sempre.

Forse l'amore, può, come in Gesù, dover diventare sacrificio, martirio, ma è sempre un dare vita, che fa germogliare vita.
Oggi noi siamo vivi della resurrezione di Gesù.

Forse è difficile accettare di vivere un amore, come quello di Gesù, così descritto dal profeta Isaia: "Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, la guancia a quelli che mi strappavano la barba, non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi" (Is 50,4-7).

Per noi, che tante volte ci misuriamo con l'amore, nell'affrontare la superbia, la cattiveria o la malvagità, è difficile anche solo affermare che si deve 'porgere la faccia agli sputi', molto più facile farsi prendere la mano dal nostro amor proprio ed affidarsi ad una risposta di uguale o più grande violenza.

Non è facile seguire Gesù nell'amore. Anche Lui ha provato tanta resistenza.

Pensiamo all'agonia nel Getsemani, dove, per l'angoscia di ciò che l'attende, suda sangue e chiede al Padre di "allontanare" da Lui "quel calice", però per amor nostro: "si faccia la Tua volontà".

È bello, oggi, fare compagnia a Gesù nel suo viaggio sull'asina, nella discesa della collina dell'orto degli olivi, tra la folla che applaude e agita le palme, esultando.

Ammiriamo la dolcezza, la grandissima, irraggiungibile umiltà del Figlio di Dio, che accetta un labile trionfo da gente innocente, mentre nei suoi occhi e nel cuore già sono presenti i giorni della passione. Forse non sente neppure le grida, gli osanna, perché nel suo cuore già echeggiano le urla, i 'crucifige', gli insulti che lo attendono.

In quel giorno, per tutti di festa, il suo è stato un martirio celato, nascosto, interiore, ma profondamente doloroso.

Un martirio che forse prova anche oggi, di fronte a tanti di noi che fanno festa con le palme, ma non 'conoscono', non credono, non vivono il Suo Amore.

Per chi crede, il Figlio di Dio, che si lascia applaudire, cavalcando un'asina, è davvero il trionfo dell'umiltà, che sarà dolore e umiliazione domani, per poi trasformarsi in gloria della resurrezione: una gloria che offre a noi se siamo disposti a seguirlo nel duro cammino della croce.

È tanta la mia ammirazione e gioia nel contemplare e vivere, in questa Settimana, tutto questo Mistero di amore e di dolore, che non trovo parole e dunque le esprimo con le parole di Juan Arias:
"E' difficile e bello il mio Dio abbandonato da Dio.
Il mio Dio che deve morire per trionfare.

Il mio Dio che fa di un ladro e criminale il primo santo della Chiesa.

Il mio Dio giovane che muore con l'accusa di agitatore politico.

Il mio Dio sacerdote e profeta che subisce la morte come lo prima vergogna di tutte le inquisizioni della storia.

Il mio Dio che suda sangue prima di accettare la volontà del Padre.

È difficile questo mio Dio, questo mio Dio fragile, per chi pensa di trionfare soltanto vincendo, per chi si difende soltanto uccidendo, per chi salvezza vuol dire regalo e non sacrificio.

Il mio Dio gettato nel solco, schiacciato sotto terra, tradito, abbandonato, incompreso, che continua ad amare.

Per questo il mio Dio vinse lo morte e comparve con un frutto nuovo tra le mani: la Resurrezione.

Per questo noi, ora, tutti, siamo sulla via della Resurrezione, uomini e cose".

 

Ricerca avanzata  (54937 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: