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TESTO Commento su Giovanni 8,1-11

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Lunedì della V settimana di Quaresima - Anno A (10/03/2008)

Vangelo: Gv 8,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Dalla Parola del giorno

Gesù le disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Ed essa rispose: "Nessuno. Signore". E Gesù le disse: "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più."

Come vivere questa Parola?

Questo brano fa parte di una edizione tardiva del vangelo di Giovanni. Non è menzionata, dunque, nei testi dei primissimi Padri della Chiesa, ne troviamo accenno per la prima volta nella Didaché del II secolo.

"Tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava". La scena è molto viva: Gesù insegna nel tempio con serena tranquillità, quando sopravviene un'interruzione drammatica. Una donna viene trascinata nel mezzo da scribi e farisei: "è stata sorpresa in flagrante adulterio". "Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?"

In realtà la Legge di Mosè comandava di lapidare la coppia sorpresa in adulterio! Però la vera questione qua non è la povera donna. Scribi e farisei la usano come un modo per intrappolare Gesù: qualunque sarebbe stata la sua risposta, egli si sarebbe messo o contro la Legge di Mosè o contro la Legge romana che non permetteva ai giudei di mettere a morte nessuno.

Gesù conoscendo il loro cuore, non rispose subito, ma "si mise a scrivere con il dito per terra". Forse un modo per prendere tempo, ma anche per dare tempo ai cuori di scribi e farisei di riflettere.

Ma loro insistono e vogliono una risposta. Allora Gesù risponde e non parla della donna né del suo peccato né della Legge! Egli è preoccupato della donna e di ciascuna persona presente. Guarda nel cuore di ciascuno e dice quella frase che come spada a doppio taglio penetra e separa l'autentico dall'inautentico: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei". Poi, si china e continua a scrivere per terra. "Se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi"!

Gesù guarda anche dentro il mio cuore, il tuo cuore, il nostro cuore! Ci invita a riconoscere i nostri peccati, le nostre tendenze peccaminose: giudicare tutto e tutti, desiderare per sé, accaparrare e dominare... tutte le forme di adulterio che abitano il nostro cuore, qualunque sia la nostra condizione di vita. Gesù ci invita a guardare a noi a agli altri con COMPASSIONE.

Oggi nel mio rientro al cuore mi metto sotto lo sguardo di Gesù che, alla donna come a me e a te, non condona il peccato, ma ripete: "Va' e d'ora in poi non peccare più". Lascio che mi ripeta con la sua infinita tenerezza: "Io ti amo e ho dato la mia vita perché tu possa avere Vita in abbondanza."

La voce di un mistico di oggi

E anch'egli ha lasciato / il seno del Padre / e si è commosso di noi / e ci ha amati perdutamente.

Tu ora non sei che nostro fratello, / hai sofferto ogni nostro dolore. / Noi ti sentiamo nel tuo pianto

sulla fossa di Lazzaro. / La nostra carne / non ti abbandona: / sei un Dio che si consuma in noi,

un Dio che muore. / Vivi di noi, / sei la verità che non ragiona: / un Dio che pena / nel cuore dell'uomo.
David Maria Turoldo

 

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