TESTO Date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio
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Lunedì della Settimana Santa (17/03/2008)
Vangelo: Gv 12,1-11
Lettura
Alla fine della giornata, stanco, Gesù torna a Betania, un villaggio vicino a Gerusalemme, e si reca in casa di Lazzaro; Marta e Maria lo accolgono con gioia. Maria, la contemplativa (Lc 10,38-41), versa una libbra di olio profumato di nardo sui piedi di Gesù, e li asciuga con i suoi capelli. Davanti a questa dimostrazione di amore e annuncio della sepoltura di Gesù, Giuda Iscariota pensa al denaro, adducendo il pretesto delle necessità dei poveri. Ma Cristo conosce le intenzioni del suo cuore e lo ferma, mentre i giudei, ormai decisi a condannare Gesù, cominciano a perseguitare anche i suoi discepoli: meditano infatti di uccidere anche Lazzaro, testimone con la sua vita della vera natura di Gesù.
Meditazione
Anche Cristo, vero Dio e vero uomo, si stanca, e ha bisogno di riposarsi insieme agli amici, quelli veri, che lo accolgono e lo amano. A Gerusalemme Gesù era stato osannato come il Re d'Israele, il Figlio di Davide; ora Egli stesso cerca una dimensione più intima, cerca delle persone che lo amino non per ciò che rappresenta, ma per ciò che è. Lazzaro, Marta e Maria, non solo vedono in Lui il Messia, ma anche un amico. Gesù cerca questa confidenza, questo calore umano, prima di affrontare il sacrificio della croce. Maria rende culto a Gesù versando del prezioso olio profumato sui suoi piedi e asciugandolo con i suoi capelli: preannuncia così la sepoltura del Maestro. Giuda, però, non capisce e pensa al denaro: il pretesto dei poveri nasconde l'avidità di questo discepolo che ormai già medita il tradimento. L'inganno del denaro lo porterà a tradire il Maestro per trenta monete. Gesù risponde all'obiezione di Giuda: «I poveri li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Gesù esorta qui a dare il giusto spazio alla preghiera, alla meditazione, senza lasciarsi prendere solo dalle attività, anche quando queste sono al servizio del prossimo. Gesù ci ricorda che è da Lui che occorre attingere l'amore necessario a vivere la nostra vita come un servizio. I giudei, dal canto loro, continuano a pensare al modo di uccidere Gesù e, con lui, anche Lazzaro, testimone della natura divina del Maestro: solo Dio ha il potere di risuscitare i morti. La provocazione di oggi è allora questa: chi siamo noi? "Lazzaro", cioè capaci di accogliere Gesù e rendergli culto? O "Giuda", cioè, benché siamo suoi discepoli, lo accompagniamo ma solo per perseguire scopi diversi dai suoi? Oppure "i Giudei", cioè riteniamo troppo scomodo Gesù, che avanza richieste esigenti e totali e, quindi, preferiamo toglierlo di mezzo?
Preghiera
Signore Gesù, Figlio di Dio, venuto nel mondo per essere l'uomo più familiare nella nostra casa, donaci di sperimentare la tua presenza e realizzare con te una vera comunione. Amen.
Agire
Desidero seguire Cristo con il cuore libero, sapendo dare alla comunione con lui il primo posto.
Commento a cura di don Gian Franco Poli