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Mercoledì fra l'Ottava di Pasqua (26/03/2008)

Vangelo: Lc 24,13-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Lettura

Il brano che la liturgia ci propone oggi ci mostra tutta la delicatezza con la quale Cristo si fa riconoscere, di come rispetta i nostri tempi. I due discepoli se ne vanno da Gerusalemme, forse è troppo doloroso rimanere nel luogo in cui si sono svolti i fatti, o forse anche pericoloso. La loro tristezza è grande e tutte le aspettative su Gesù sono state infrante. Cristo cammina con loro, si avvicina alla loro sofferenza, ma non lo riconoscono, come già è accaduto a Maria. È Gesù stesso a far fare loro un cammino verso la vera comprensione del suo mistero, dalla Scrittura all'Eucaristia. I due discepoli intraprendono il viaggio a ritroso, tornano a Gerusalemme, non scappano più, ma con la gioia nel cuore corrono a testimoniare ai loro fratelli che Cristo è risorto.

Meditazione

Gesù si trova a fare i conti con l'immagine del Messia visto come un condottiero, colui che con la forza avrebbe liberato Israele. In realtà Cristo opera la liberazione su un piano più profondo, affrancando l'uomo dalle catene del peccato, ma l'aspettativa dei suoi discepoli è un'altra. Nasce quindi la delusione, la disperazione. Gesù cammina con loro, non li abbandona nel momento del dubbio e della paura e accetta di passare da straniero. Da vero Maestro, lascia che tutti i loro pensieri emergano per portarli poi alla comprensione della Verità a piccoli passi: dalla Scrittura all'Eucaristia. Questo il passaggio che anche la Chiesa fa compiere a noi, invitandoci al banchetto della Parola e dell'Eucaristia. Ma tra la Parola e il banchetto eucaristico, Gesù chiede la nostra parte, e sono quindi i discepoli a chiedere a Cristo di fermarsi:«Resta con noi, Signore, perché si fa sera»; siamo ancora nella notte, non siamo stati in grado di riconoscerti. Gesù rimane dove è accolto, non c'è neanche bisogno di una comprensione piena del suo mistero, a Lui basta la buona disposizione del nostro cuore. Allo spezzare il pane, i discepoli lo riconoscono e Gesù scompare, ciò a significare che nell'Eucaristia Cristo è presente realmente in corpo, sangue, anima e divinità, ma non lo vediamo se non con gli occhi della fede. I discepoli pieni di gioia e di coraggio tornano a Gerusalemme per annunciare la resurrezione del Signore. A noi oggi spetta fare lo stesso percorso dall'incredulità alla Fede, dalla tristezza alla gioia, dalla paura al coraggio.

Preghiera

Signore Gesù, il nostro cuore è lento a credere e la fatica di accettare la tua morte, necessaria per donarci la vita, non sempre ci aiuta. Facci da Maestro, affinché possiamo riconoscere nella nostra quotidianità l'opera della tua mano misericordiosa. Amen.

Agire

Porta a tutti l'amore con la gioia di aver celebrato la Pasqua.

Commento a cura di don Gian Franco Poli

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