TESTO Annunciamo con gioia che Cristo è risorto
Lunedì fra l'Ottava di Pasqua (24/03/2008)
Vangelo: Mt 28,8-15
Lettura
In questo primo giorno dopo l'evento pasquale, la liturgia ci propone due possibili risposte alla resurrezione di Cristo: quella delle pie donne che, avvertite dall'angelo, corrono ad annunciare ai discepoli la buona novella e quella dei soldati che si recano dai Giudei e preferiscono il denaro alla verità. Quando Gesù appare alle donne dice loro: «Non temete», così come nel brano di ieri aveva fatto l'angelo. La Resurrezione di Gesù è un evento straordinario davanti al quale l'uomo avverte una vertigine, bisogna fare esperienza del risorto, camminare con Lui per le strade del mondo per sperimentare che è l'Emmanuele: Dio con noi.
Meditazione
Le donne credono all'annuncio dell'angelo. La tristezza con la quale si recavano al sepolcro per dare omaggio al corpo morto del loro Maestro si trasforma, sulla via del ritorno, in una grande gioia mista al timore di chi avverte che quell'evento è comprensibile non con le categorie umane, ma con la Fede e l'amore. Il Risorto cambia la tristezza in gioia, la paura in coraggio, la rassegnazione in speranza; così è per le donne e così sarà per i discepoli di Emmaus che, incontrato Cristo, tornano a Gerusalemme e annunciano agli Apostoli la buona novella (Lc 24, 33-35). In antitesi a chi accoglie la Resurrezione di Cristo, Matteo ci presenta la seconda possibilità, quella cioè di rifiutare il Risorto e diventare testimoni della menzogna invece che della Verità. Anche i soldati si incamminano dopo l'annuncio dell'angelo, ma vanno dai loro capi, non incontrano Cristo sulla strada e diventano delle pedine nelle mani dei giudei che, non potendo comprendere il mistero pasquale, danno una spiegazione razionale, ma non vera, all'accaduto. Anche per noi oggi la scelta è tra schierarci con i soldati o seguire le pie donne; tra incontrare il Risorto oppure continuare ad aderire alle idee del mondo, lasciandoci fermare dalla paura di un evento che cambia la nostra vita. Accogliere il risorto significa cambiare rotta nella nostra vita; ma Cristo ci precede nell'annuncio della sua resurrezione. Le parole di Paolo VI nell'Esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi, scritta nel 1975, sono ancora oggi attualissime: «L'impegno di annunziare il Vangelo agli uomini del nostro tempo animati dalla speranza, ma, parimente, spesso travagliati dalla paura e dall'angoscia, è senza alcun dubbio un servizio reso non solo alla comunità cristiana, ma anche a tutta l'umanità». (Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, 1).
Preghiera
Concedimi, Signore, la determinazione necessaria per "trafficare" l'esperienza
Agire
Vivi da credente e vivi con gioia la missione di annunziare a tutti, con la vita, che Cristo è in mezzo a noi.
Commento a cura di don Gian Franco Poli