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TESTO Quinta domenica di Pasqua - Ciclo A

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V Domenica di Pasqua (Anno A) (28/04/2002)

Vangelo: Gv 14,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,1-12

1Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via».

5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.

Nesso tra le letture

Cristo è la pietra angolare. In questa frase troviamo l'elemento unificatore della nostra omelia per la quinta domenica di Pasqua. La prima lettera di san Pietro che ci ha accompagnati durante queste quattro domeniche pasquali (seconda lettura), ci offre come i sinottici un'interpretazione Cristologica del salmo 118,22: la pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta la pietra angolare; ecco l'opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Per i credente si tratta di una pietra preziosa, per gli increduli è pietra di inciampo e scandalo.

Nel vangelo, Cristo, pietra angolare, si presenta a noi come la via, la verità e la vita. Egli è colui che ci precede per prepararci un posto nella dimora eterna, Egli è la via che ci conduce al Padre. Cristo desidera che ciascuno di noi giunga alla casa del Padre, desidera che anche noi lo ragiungiamo dove Egli sta già. Quale meraviglia dell'amore di Dio che ha voluto farci suoi figli, che lo chiamassimo Padre e che avessimo un posto nella famiglia di Dio!

Messaggio dottrinale

Non perdete la calma, credete in Dio e credete anche in me. L'esortazione di san Giovanni è assai opportuna in questo tempo pasquale, nel quale volgiamo lo sguardo a Cristo resuscitato. I cristiani, nuove creature in Cristo dal loro battesimo, attraversano situazioni difficili. Il Signore si rivolge ai suoi discepoli e li esorta: "credete in me, abbiate fiducia in me, certi che ciò che io faccio nella vostra vita è la cosa migliore per voi".

Il cristiano deve vivere momenti in cui la croce si fa presente. È proprio in tali momenti che egli può scoprire, in qualche modo, che sta prendendo parte al mistero pasquale di Cristo. In Cristo, anch'egli è "pietra viva", per la costruzione di un edificio spirituale. Ogni cristiano, in virtù del battesimo, incorporato ed innestato in Cristo, prende parte a quel cammino pasquale di morte e resurrezione, ed entra a fare parte di un sacerdozio sacro (sacerdozio dei fedeli), per offrire sacrifici spirituali che Dio accoglie. È importante che nel suo incedere, non smetta di guardare Cristo, che non trascuri mai di credere in Cristo, con fede viva ed operante che Cristo è per lui la pietra angolare, sulla quale poggia tutto il suo edificio, tutta la sua esistenza.

Gesù è la strada al Padre. Tommaso chiede a Cristo: mostraci il Padre. Cristo risponde dicendosi sorpreso che essi non abbiano già scorto in Lui, in tutti quegli anni di convivenza, il volto del Padre: "Tommaso, chi ha visto me, ha visto il Padre". Cristo è, dunque, rivelazione dell'amore del Padre. Nessuno va dal Padre se non per Cristo. Dobbiamo credere fermamente che Cristo sta nel Padre, e il Padre sta in Cristo.

Spontaneamente verrebbe da chiedersi: come può una persona stare in un'altra? Questo avviene in virtù dell'amore, dell'identificazione di volontà, con l'identità dei pensieri, nutrendo gli stessi sentimenti ed emozioni della persona amata. Egli è venuto a compiere la volontà del Padre. Le parole che egli ci dice, non le dice per proprio conto, le rivela in nome del Padre. Dice bene Hans Urs von Balthasar: "In Cristo, che è la parola di Dio, Dio Padre parla al mondo". Cristo ci mostra, in ultima analisi, che egli sta nel Padre mediante un'obbedienza assoluta alla missione che gli è stato affiadata, mediante l'amore ed il compimento della sua volontà per la salvezza degli uomini.

Questo Cristo che ci mostra il volto amoroso del Padre, va a preparare un posto per noi nella dimora eterna. Egli, con la sua morte e resurrezione, ci dischiude la vita eterna e ci riconduce alla casa del Padre.

Suggerimenti pastorali

Essere pietra viva del tempio della Chiesa. Molti cristiani si sono allontanati dalla pratica religiosa perché non si sentono "pietre vive" della Chiesa. Non percepiscono la propria appartenenza a Cristo, né vedono la Chiesa come qualcosa di esistenziale, che tocca le fibre più intime della loro anima. La loro fede è un aspetto della vita che vivono, non ciò che la informa e le dà senso. Tuttavia, l'uomo ha sempre bisogno di Dio e della salvezza che ci è stata offerta in Cristo, attraverso il suo corpo che è la Chiesa.

L'uomo e la donna di oggi hanno bisogno, come in ogni altro tempo, di sentirsi "parte viva di questa Chiesa". Analogicamente l'uomo e la donna sono pure pietre angolari, preziose e necessarie per l'edificazione della Chiesa. Aiutiamoli a riscoprire il loro amore per la Chiesa. Portiamoli ad un compromesso apostolico, che li responsabilizzi e li mantenga aperti agli altri. Essi devono costruire la Chiesa col loro amore, con la loro preghiera, con il loro sacrificio, con il loro impegno generoso. Tutti siamo pietre vive di questo edificio e tutti abbiamo una missione da compiere in questa edificazione! L'aspirazione di ogni cristiano dovrebbe essere quella di arrivare ad essere "una persona ecclesiastica", una persona che ama svisceratamente la Chiesa.

Il testo di Henri de Lubac illustra adeguatamente questa idea:

"Ecclesiastico", uomo di Chiesa, nel nostro linguaggio attuale questo bel nome è logoro, per non dire che è degradato. Si è trasformato nel titolo con cui si designa una certa professione determinata nei registri dell'amministrazione civile. E nella stessa Chiesa l'usiamo appena se non in un'accezione puramente esteriore. Chi gli restituirà la sua ampiezza e la sua nobiltà? Chi c'insegnerà a conoscere i valori che evocava anticamente?

In quanto a me, proclamava Origine, il mio desiderio è quello di essere davvero ecclesiastico. Non c'è un altro mezzo, egli pensava con piena ragione, per essere pienamente cristiano. Colui che formula un simile voto non si accontenta di essere leale e ubbidiente in tutto, puntuale esecutore di quanto richiede la sua professione di cattolico. Egli ama la bellezza della casa di Dio. La Chiesa ha strappato il suo cuore. Essa è la sua patria spirituale. Essa è sua madre e i suoi fratelli. Niente di quanto la colpisce lo lascia indifferente o disinteressato.

Mette radici nel suo suolo, si forma alla sua immagine, si solidarizza con la sua esperienza. Si sente ricco con tutte le sue ricchezze. Ha coscienza che per mezzo di lei, e solo per mezzo di lei, condivide la stabilità di Dio. Impara da lei a vivere e a morire. Non la giudica, ma si lascia giudicare da lei. Accetta con gioia tutti i sacrifici che esige la sua unità. (...)

La Chiesa è mia Madre, perché mi ha dato la vita. Io l'ho vista, l'ho toccata in una maniera indubbia, e posso dare certezza di ciò a tutto il mondo. Io ho ascoltato tutti i biasimi che si sono lanciati contro mia Madre. Certi giorni, i miei orecchi sono diventati sordi per il clamore dei lamenti, non oso dire che mancano tutti di fondamento. Ma, contro ogni evidenza, la cosa certa è che anche quei rimproveri e molti altri che potrebbero aggiungersi, non hanno nessuna forza.

Beati coloro che hanno imparato dalla loro madre, fin dall'infanzia, a vedere la Chiesa come una Madre! Essere pietra viva del tempio che è la Chiesa.

 

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