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TESTO Commento su Matteo 16,13-19

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Cattedra di S. Pietro Apostolo (22/02/2008)

Vangelo: Mt 16,13-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 16,13-19

13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Dalla Parola del giorno

Beato te, Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.

Come vivere questa Parola?

Lungo la strada, presso Cesarea di Filippo, alla vista del mare, i discepoli camminano raccontandosi le esperienze fatte, le voci che corrono sul conto del Maestro. Arriva puntuale la domanda di Gesù: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". E gli apostoli ripetono quello che hanno sentito: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Da questa risposta risulta che la gente ha capito che Gesù non è uno qualunque, ma un uomo di Dio.

Tuttavia, Gesù, quasi non contento, incalza con un'altra domanda: "Voi chi dite che io sia?". Il suo interrogativo non nasce dalla curiosità di sapere che cosa i discepoli pensano di lui, ma dalla volontà di renderli più consapevoli di quello che dicono di credere. Egli vuole un rapporto vivo, profondo con ciascuno dei suoi, e vuole che la loro scelta di seguirlo sia libera, motivata.

Oggi anche a noi, suoi discepoli, pone la stessa domanda. Abbiamo la stessa chiarezza di Pietro? Quella chiarezza che, come dice Cristo, gli viene dall'alto: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli" (Mt 16,17). Le espressioni di forte colore semitico designano la rivelazione totale, assoluta e suprema: quella che si riferisce alla persona del Cristo Figlio di Dio.

Conoscere a fondo Gesù è il fine supremo di ogni vita cristiana: una meta che non si raggiungerà definitivamente su questa terra, ma che può rendersi più vicina nel vivere con amore ogni attimo alla presenza del suo Volto.

Oggi, nel tempo della mia preghiera personale chiederò allo Spirito di condurmi sulla strada della conoscenza di Gesù e di illuminarmi con la sua luce.

Parole di un anonimo

La risposta di ciascuno di noi qual è? Gesù è realmente, e sottolineo realmente, il Figlio di Dio per me? Mi rapporto a lui con la coscienza che mi rapporto a Dio? Lo prego come Dio, lo amo come Dio, lo seguo, cioè lo imito, come Dio?

 

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