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TESTO Commento su Matteo 5,43-48

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Sabato della I settimana di Quaresima (16/02/2008)

Vangelo: Mt 5,43-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.

Come vivere questa Parola?

La liturgia odierna ci porta a contemplare la vetta della santità che ci è proposta: Dio-Amore che si effonde con liberalità e gratuità su tutti, prescindendo da meriti o demeriti.

Il bisogno di amare e di essere amato è iscritto nel nostro essere, e quindi viene spontaneo mostrarci affettuosi là dove troviamo piena corrispondenza. Nulla di male, ovviamente, ma il 'di più' che ci viene richiesto va molto oltre, perché ha un'altra origine: attinge al nostro essere 'immagine di Dio', alla nostra relazione filiale con Lui.

Perché figli del Padre che ci ama infinitamente, che è sempre pronto a 'gettarsi dietro le spalle' i nostri errori e a rialzarci dopo le cadute, possiamo, a nostra volta, volgerci con amore verso chi, umanamente parlando, non ci risulta amabile.

Il punto però è qui: spesso in quei 'malvagi' su cui il Padre fa sorgere il sole e manda benefica la pioggia, inconsciamente identifichiamo gli altri.

Non si può capire Dio-Amore, Dio-Misericordia se non si è coscienti della propria personale indegnità. Finché non si ha il coraggio di guardare nelle pieghe oscure del proprio cuore, finché non si dà il giusto nome a quello che vi si annida, non si capirà quanto siamo pazzamente amati.

È il caso di dire, di fronte a certe cadute sconcertanti che ci fanno toccare con mano tutta la nostra debolezza e meschinità, 'felice colpa' che mi ha aperto gli occhi, facendomi capire chi veramente sono io e, a fronte, che cosa significhi che Dio è misericordia.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, fermerò lo sguardo su Dio-Misericordia, richiamando alla mente l'esperienza personale che ne ho fatta.

Ti lodo e ti benedico, Padre, per tutte le volte che ti sei chinato con amore sulla mia povertà, risollevandomi dopo ogni caduta, perché rinvigorito da questa esperienza divenissi, a mia volta, più misericordioso verso gli altri.

La voce di un Padre della Chiesa

Se volete imitare Dio, a immagine del quale siete stati creati, conformatevi al vostro modello. Voi cristiani, voi che portate un nome che significa amore, imitate la carità di Cristo. Osservate la ricchezza del suo amore per gli uomini.
Asterio d'Amasea

 

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