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TESTO Omelia per il 19 agosto 2001 - 20a dom. T. Ordinario Anno C

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XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (19/08/2001)

Vangelo: Lc 12,49-57 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,49-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 49Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!

51Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

NESSO TRA LE LETTURE

"Lo scandalo della verità" potrebbe servire da titolo alla nostra riflessione sulla liturgia di oggi. La verità che proclama il profeta Geremia scandalizza i suoi contemporanei (prima lettura). Anche le parole di Gesù sul fuoco del giudizio, sul battesimo nel sangue della croce e sulla spada che divide, scandalizzarono i suoi uditori, perché non rispondevano alle loro aspettative. E non è vero che la pedagogia divina, che ricorre, sebbene non unicamente, alla correzione e al castigo, non poche volte scandalizza gli uomini?

MESSAGGIO DOTTRINALE

1. Lo scandalo di Geremia. Geremia era un uomo per natura sensibile e tranquillo. Amava la bellezza e dovette predicare, per vocazione divina, distruzione ed orrendi massacri. Amava la tranquillità e la quiete, e venne immerso fino al midollo negli avvenimenti tanto disgraziati e tremendi di Gerusalemme e del regno di Giuda. Il Dio che lo aveva sedotto lo spingeva a parlare di cose sgradevoli e inaspettate, a realizzare azioni simboliche che suscitavano indignazione e avversità. Le sue parole e le sue azioni scandalizzarono gli abitanti di Gerusalemme e di Giuda. E "scandalizzare" vuol dire, per quelli che lo odono, che egli non cerca il bene, ma il male del suo popolo, che è un pessimista e un guastafeste che scoraggia i soldati e il popolo. Geremia, ciononostante, sa di dire la verità, una verità che non si è inventata lui, ma che ha ascoltato nell'intimità della sua coscienza come Parola venuta da Dio. Lo scandalo della verità farà soffrire Geremia (sarà gettato in un pozzo pieno di fango perché vi muoia dimenticato e abbandonato), ma non importa, egli sa che Dio non lo abbandonerà (lo salverà per mezzo di un etiope, di un pagano), e che la verità di Dio, da lui trasmessa, prevarra e vincerà. E così fu. Gerusalemme venne presa e distrutta dall'esercito babilonese, e gran parte della popolazione deportata, come schiava, alla terra dei vincitori.

2. Lo scandalo di Gesù Cristo. Gesù si rivolge ai suoi contemporanei con parole taglienti, scandalose. Parla del fuoco del giudizio, capace di bruciare e distruggere la situazione presente per generarne una nuova, ma gli ascoltatori non sono disposti alla radicalità del cambiamento né all'irruzione della novità. Gesù parla del battesimo in riferimento al sangue della croce, nella quale egli dovrà essere battezzato per lavare i peccati del mondo caricati su di sé. Ma, che necessità c'è di quel battesimo? Non è sufficiente il battesimo di Giovanni, il battesimo degli esseni? La croce, scandalo per i giudei! Ci ricorderà Paolo nella prima lettera ai corinzi. Gesù dice chiaramente che non è venuto a portare pace sulla terra, ma la spada che divide gli uomini: con Cristo o contro Cristo, senza possibilità di stato neutrale. Questa spada divisoria scandalizzò enormemente i giudei. Di fronte a questi tre segni che Gesù Cristo offre ai suoi contemporanei, questi ultimi non sanno leggerli correttamente, giudicarli come si deve, e si scandalizzano! La verità che Gesù Cristo predica loro è uno scandalo insopportabile. Uno scandalo che costò a Gesù Cristo la condanna alla morte ignominiosa su una croce.

3. Lo scandalo di Dio. Non soltanto Geremia, non soltanto Gesù, lo stesso Dio può provocare scandalo. Alla comunità cui va diretta la lettera agli Ebrei poteva risultare "scandaloso" il fatto che Dio permettesse loro di passare attraverso sofferenze senza fine; più ancora, si poteva presentare loro con forza lo "scandalo" del martirio, mediante lo spargimento del proprio sangue. Come era possibile che Dio lasciasse intervenire le forze del male in modo tanto manifesto? Per questo, l'autore della lettera li invita a porre lo sguardo in Gesù, l'autore e il perfezionatore della fede, che si sottomise alla croce sopportando l'ignominia, e adesso sta seduto alla destra del trono di Dio. In linguaggio più colloquiale, si potrebbe formulare così: Vi scandalizzate? Guardate Gesù sulla croce! Vi scoraggiate davanti a questa prospettiva? Guardate Gesù seduto alla destra del trono di Dio! Alla luce di Cristo il vostro scandalo si trasformerà in testimonianza di fede e in gloria.

SUGGERIMENTI PASTORALI

1. Scandalizza, che qualcosa resta! Non sto raccomandando lo scandalo immorale, come per esempio lo scandalizzare i bambini con azioni cattive o sproporzionate alla loro capacità di giudizio. Propongo lo scandalo della verità, e la verità può non piacere, può essere più o meno opportuna, ma non potrà mai catalogarsi come immorale. Propongo di ripetere molte volte questo scandalo della verità, affinché, a forza di ripetizione, generi almeno un interrogativo, uno stimolo, un passo in avanti nella sua conoscenza. Perché, non c'è forse una serie di verità che scandalizzano molti uomini di oggi? Per esempio, la verità di un unico Salvatore dell'Umanità, nostro Signore Gesù Cristo, centro ed asse della storia e del cosmo; la verità di un'unica Chiesa, fondata da Cristo, che sussiste nella Chiesa cattolica; la verità di un unico Creatore dell'universo e dell'uomo; la verità di un popolo sacerdotale, senza distinzione di sessi, ma di un ministero sacerdotale al quale Dio chiama solo gli uomini; la verità del matrimonio, costituito unicamente dall'unione stabile di un uomo e di una donna; la verità del destino universale di tutti i beni della terra, ecc. Queste verità scandalizzano molti orecchi nella nostra società. Invece di tacerle, parliamone, diciamole molte volte, in forme diverse, con la semplicità e la convinzione che la stessa verità racchiude in sé. Diciamole in pubblico e in privato. Diciamole tutti: sacerdoti, educatori, professori, di religione, catechisti, teologi, vescovi. Scandalizziamo la nostra società con verità fondamentali della fede e della morale cristiana!

2. La verità vi farà liberi. In un ambiente sociale, in cui la verità sembra essere causa di schiavitù e di servitù, perché si ignora o si disprezza sia la natura della verità, sia la capacità dell'uomo per la stessa, noi cristiani siamo convinti che la verità in sé, e particolarmente la verità della nostra fede, ci renda liberi. In realtà, ogni verità contribuisce a costruire l'uomo e il cristiano nella sua identità e carattere più specifici. Ed è chiaro che, quanto più ci identifichiamo con il nostro essere uomo e il nostro essere cristiano, vivremo meglio e più pienamente la vera libertà di essere ciò che dobbiamo essere, secondo come è inscritto nella nostra natura o nel grande libro della rivelazione di Dio. Perché l'uomo non è libero di essere "ciò che vuole", ma è libero di essere la verità del suo essere. La libertà non è un assoluto, fa riferimento alla verità, che di per se stessa ci attrae e ci soggioga. Laddove c'è verità c'è libertà, e dove non c'è verità, c'è necessariamente qualche forma di schiavitù. Cerchiamo la verità? Viviamo nella verità? Amiamo la verità? Rimaniamo nella verità? Difendiamo la verità? Allora possiamo dire che siamo autenticamente liberi, perfino se siamo rinchiusi tra le quattro pareti di una prigione o se siamo considerati "materiale inutile" dalla società circostante. O forse abbiamo paura della verità, della sua forza soggiogante? Sì, in un mondo relativo, le verità assolute fanno forse paura. Però, se tutto è relativo, non stiamo facendo del relativo l'unico assoluto? Aver paura della verità, in definitiva, è aver paura di essere se stessi, è aver paura di essere coerenti, è lasciarsi dominare dalla legge assoluta della maggioranza, è perdere dignità umana. La verità ti farà libero. Non dubitarne. È l'esperienza degli uomini grandi.

 

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