TESTO Commento su Matteo 3,13-17
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Battesimo del Signore (Anno A) (13/01/2008)
Vangelo: Mt 3,13-17
In quel tempo, 13Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Lettura
Descrivendo il battesimo di Gesù, Matteo rivela come in lui si realizzino i tratti del servo del Signore annunciato dal profeta Isaia nella prima lettura. Nella seconda lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, Pietro sintetizza la missione compiuta dal Signore indicando nel battesimo il momento in cui Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret.
Meditazione
Più che soffermarsi a descrivere Giovanni che battezza Gesù, Matteo è interessato a rivelare il significato di quell'evento, raccontando ciò che è accaduto prima e dopo di esso. La domanda del Battista rivela come il fatto che Gesù vada a farsi battezzare da lui non sia una cosa così scontata. Le parole di Giovanni, infatti, mettono in risalto la superiorità di Gesù, riconoscono in lui il Messia atteso da Israele. Perché, dunque, va dal Battista? Nella risposta, il Signore afferma la necessità di «compiere ogni giustizia». Il termine "giustizia" rimanda al progetto divino per la nostra salvezza: con l'espressione "compiere ogni giustizia" Gesù allude alla sua missione, che consiste nel rendere presente la salvezza e manifestare cosa significhi vivere secondo questa giustizia, secondo il progetto salvifico del Padre. Dopo il battesimo, ecco la voce del cielo che rivela come Gesù sia veramente l'inviato di Dio, il Figlio che è venuto a realizzare sulla terra la giustizia di Dio, colui nel quale il Padre si compiace. Questa rivelazione, però, risuona solo quando Gesù, facendosi battezzare, manifesta il desiderio di raggiungere l'uomo nel suo peccato, nella sua debolezza. La voce dal cielo toglie ogni ambiguità al gesto di Gesù: egli non ha bisogno del battesimo perché peccatore, ma sceglie di farsi battezzare per farsi prossimo agli uomini bisognosi di conversione. In questo modo, Gesù porta a compimento la profezia di Isaia proclamata nella prima lettura: è lui il servo che agisce con mitezza non spezzando la canna incrinata e non spegnendo la fiamma smorta, colui su cui scende lo spirito del Signore e in cui Dio pone il suo compiacimento. Il dialogo tra Gesù e Giovanni e la voce dal cielo ci invitano a riflettere sul fatto che non spetta agli uomini decidere "come" Dio deve realizzare il suo progetto salvifico, ad essi, invece, viene chiesto di accettare le "vie di Dio" anche quando sembrano non facilmente comprensibili, fidandosi del suo amore fedele.
Preghiera
Cristo Gesù «pur essendo di natura divina [...] spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e diventando simile agli uomini» (Fil 2,6-7): in risposta a queste parole di san Paolo, innalzo a Dio un rendimento di grazie perché suo Figlio è diventato uno di noi.
Agire
Oggi cercherò di vivere l'Eucaristia come il momento in cui i miei occhi possono, ancora una volta, contemplare la scelta di Gesù di farsi nostro "compagno di viaggio", al punto da diventare l'alimento che mi dà vita, che mi sostiene.
Commento a cura di Marzia Blarasin