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TESTO Commento su Marco 3,20-21

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Sabato della II settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (26/01/2008)

Vangelo: Mc 3,20-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 3,20-21

20Entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. 21Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».

Dalla Parola del giorno

...i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: "È fuori di sè".

Come vivere questa Parola?

Nel vangelo di Marco, quello più antico e quindi più vicino alla figura storica di Gesù, troviamo una prima traccia di una tensione tra i suoi famigliari e il Cristo. Dire è fuori di sé e come dire "่ pazzo". La stessa cosa. Un'espressione secca, quella dei "suoi", che Marco ha registrato alla lettera nel suo vangelo, forse perché è stato lo stesso Pietro a parlarne in qualche occasione.

Il comportamento pubblico di Gesù preoccupa notevolmente i suoi familiari. Egli, infatti, si sta attirando l'odio di 'chi conta'. Nello stesso Vangelo, pochi versetti prima, al termine dell'episodio della guarigione dell'uomo dalla mano arida, è registrata la reazione di molti dei presenti nella sinagoga «E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire» (Mc. 3,6).

Gesù, con il suo modo di fare, rischia di procurare molti guai anche alla sua famiglia. In ogni caso è uno scomodo, che muove le masse e dà fastidio ai potenti. Nessuno dei famigliari vuole avere problemi con la giustizia, nessuno vuole essere emarginato dalla propria comunità, rifiutato dalla propria sinagoga a causa di Gesù. Nessuno desidera essere malvisto, accusato come complice. Di qui il tentativo di farlo tacere, di toglierlo di mezzo con un'accusa infamante. Ma i pensieri di Gesù non sono i pensieri dei suoi parenti. A chi vuole veramente seguirlo, Egli insegnerà la via della croce, la separazione anche da "quelli di casa propria". Ripeterà che il regno dei cieli "subisce violenza", rottura rispetto alle consuetudini, ai legami umani. Per essere discepoli, è necessario, a volte, superare anche i vincoli della parentela umana, perché l'anagrafe del Regno è diversa. Per entrare a far parte della genealogia divina bisogna realizzare la volontà del Padre.

Oggi, nello spazio di preghiera che mi regalerò, chiederò a Gesù di farmi conoscere i suoi pensieri attraverso la lettura assidua delle Scritture e mi abbandonerò, con Lui, alla volontà del Padre sulla mia vita.

Parole di una monaca

Gesù stesso si esercitò lungamente, silenziosamente (i trent'anni di vita nascosta!) nell'ascolto delle Scritture, per poi dirsi, e la proporzione di tempo che la tradizione ci consegna tra le due tappe della sua vita terrena è di trenta a uno!
Maria Ignazia Angelini- abbadessa

 

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