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TESTO Il sabato è per l'uomo

Messa Meditazione  

Martedì della II settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (22/01/2008)

Vangelo: Mc 2,23-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Lettura

Nella prima lettura, Dio invita Samuele a "ungere" – cioè consacrare – Davide, il più piccolo tra i figli di Iesse, nuovo re di Israele. Il profeta scopre così che i criteri di Dio sono diversi da quelli degli uomini: egli non guarda la forza fisica, ma il cuore. Gesù, nel Vangelo, invita a riscoprire il senso profondo del sabato.

Meditazione

Anche questa volta, la controversia con i farisei ha origine dal comportamento dei discepoli di Gesù. Per permettere a tutti l'osservanza del sabato, la casistica giudaica aveva indicato i lavori che era necessario cessare in quel giorno, tra i quali mietere, fare covoni, battere il grano. Raccogliere spighe è, per i farisei, uno dei "lavori illeciti" in giorno di sabato, perché non si distingue dal mietere. La risposta di Gesù richiama un episodio della vita del re Davide che, spinto dal bisogno, mangiò, insieme ai suoi compagni, i pani che ogni sabato erano offerti a Dio e che potevano essere consumati solo dai sacerdoti (cfr. 1Sam 21,2-8). Come Davide, in una situazione di necessità, viene meno ad una norma rituale, così i discepoli di Gesù, per nutrirsi, vengono meno all'osservanza del sabato. Ricordando che il sabato è in funzione dell'uomo, e non viceversa, Gesù non ne abroga l'osservanza, ma critica coloro che hanno l'hanno resa una legge che vincola l'uomo, lo sottomette, invece di liberarlo e far sì che possa sviluppare pienamente le sue potenzialità di vita e di amore. Creato a immagine di Dio, infatti, l'essere umano è chiamato a osservare il sabato per compiersi a somiglianza di Dio creatore e liberatore: cessando di lavorare e accettando di riposare il settimo giorno, l'uomo dimostra, come Dio, di essere libero rispetto al proprio potere di dominio (Es 20,8-11); donando, in giorno di sabato, la libertà dalla schiavitù del lavoro a chi è a lui sottoposto (Dt 5,12-15) dimostra, non solo di non essere schiavo del proprio lavoro, ma anche di non voler imporre ad altri questa schiavitù. Affermando che «il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato», Gesù si presenta come colui che ci offre la possibilità di vivere veramente come immagine del Dio creatore e liberatore: in lui, nelle sue parole, nelle sue azioni, possiamo scoprire la strada che ci permette di realizzarci secondo il progetto di Dio.

Preghiera

«Cristo ci ha liberato perché restassimo liberi» (Gal 5,1): spinto da queste parole di Paolo, chiedo perdono al Padre per le volte in cui, con gesti o parole, ho imposto a me stesso o agli altri il "giogo della schiavitù".

Agire

Al termine della giornata, ripenso a quanto ho vissuto per individuare gesti o parole con cui ho permesso agli altri di vivere in pienezza: di questo ringrazio Dio.

Commento a cura di Marzia Blarasin

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