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TESTO Omelia per il 1 aprile 2001 - 5a dom. T. Quaresima Anno C

Totustuus   Totus Tuus

V Domenica di Quaresima (Anno C) (01/04/2001)

Vangelo: Gv 8,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

NESSO TRA LE LETTURE

Ecco, faccio una cosa nuova (Is 43,19). La novità è senza dubbio uno dei punti salienti dei testi liturgici di oggi. In linguaggio poetico, pieno di immagini sorprendenti ed audaci, il profeta evoca un nuovo esodo e una nuova liberazione (prima lettura). La donna adultera, della quale tratta il vangelo, scopre nell'atteggiamento di Gesù una novità mai vista, che la libera e la trasforma. Paolo di Tarso si confronta con l'assoluta novità del mistero di Cristo, e per questo tutto ritiene come spazzatura, pur di ottenere Cristo e vivere unito a lui (seconda lettura).

MESSAGGIO DOTTRINALE

1. La vecchia novità di Dio. Qualcosa di nuovo può farlo chi ha in sé la fonte della novità. Un poeta ha in sé la fonte della poesia, e per questo può in qualsiasi momento essere poeticamente creativo. Un genio politico può sorprenderci con la sua creatività in qualsiasi momento della sua vita. Un uomo carismatico dello spirito può porre in gioco il suo carisma, perfino quando meno si potrebbe aspettarselo. Questo, che accade con uomini straordinariamente dotati, affonda le sue radici in Dio stesso, la novità per eccellenza e fonte di ogni novità. Nella storia di Israele la novità divina non si è esaurita nel grande avvenimento dell'Esodo. Sette secoli dopo l'Esodo egizio, Dio muove i fili della storia per creare una nuova situazione e far tornare a Gerusalemme gli esuli di Babilonia (prima lettura). Per la povera donna sorpresa in adulterio e condannata alla lapidazione, dovette essere una gioiosa novità l'atteggiamento di Gesù nei suoi confronti: "Nessuno ti ha condannato?...Nemmeno io ti condanno". Non meno ricco di novità dovette essere per gli accusatori dell'adultera il comportamento di Gesù: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra...Udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani..." (Vangelo). Chi è costui che osa porsi al di sopra della legge di Mosè? Ai nostri orecchi, infine, suona abbastanza conosciuta questa espressione della "novità cristiana". Paolo, che l'ha esperimentata fino in fondo, la riassume così: conoscere Cristo (conoscenza che è frutto dell'esperienza della fede), esperimentare il potere della sua resurrezione, condividere i suoi patimenti e morire la sua morte, ottenere così la resurrezione di tra i morti (seconda lettura). Si può dire che la storia della salvezza si riassume nella storia dei nuovi interventi di Dio, sempre in vista della salvezza degli uomini.

2. La novità divina non parte da zero. In verità, nessuna novità religiosa, politica, sociale o economica parte da zero. Il nuovo affonda le sue radici nell'antico, senza distruggerlo, ma assumendolo in modo creativo. Una novità senza radici si secca e sparisce in poco tempo. Il nuovo, perché sia fecondo, ha la sua paternità nella storia. Nemmeno Dio, nelle nuove meraviglie che va realizzando con il correre degli anni e dei secoli, agisce a partire da zero. Se così fosse, non potremo parlare di una storia della salvezza, ma di azioni puntuali di Dio, slegate l'una dall'altra, interventi di un Dio franco tiratore, che agisce ad impulsi, al margine di ogni piano. Per questo, Isaia vede nel nuovo intervento di Dio in favore degli esuli di Israele in Babilonia non una novità assoluta, ma un nuovo esodo, stabilendo così una passerella tra il passato e il presente. Gesù con il suo comportamento non liquida senz'altro la legge mosaica, ma si situa al di sopra di essa, e la interpreta nel suo vero senso: "Va', e non peccare più". Le azioni nuove di Dio nella marcia della storia dei popoli e nella vita di ogni persona non prescindono mai da ciò che già si è costruito. L'uomo di Dio, il cristiano, è colui che sa leggere la storia e la vita degli uomini in una continuità costante, senza rotture, anche se non senza sorprese. Per questo, nella visione cristiana della storia, il presente non è se non l'unione di due rive, quella del passato, in cui è radicato, e quella del futuro, verso il quale si proietta.

SUGGERIMENTI PASTORALI

1. Senza paura della novità di Dio. Il cristianesimo, fin dalle sue stesse origini, ha esperimentato una sana tensione tra il passato e il futuro, tra il nuovo e il vecchio, tra la tradizione e il progresso. Quelle forme di vita cristiana che riescano a mantenere entrambi i poli della tensione saranno autentiche. Quelle altre, che accentuino in tal modo uno dei poli sì da perdere l'equilibrio, camminano per un sentiero errato. Non abbiamo paura in nessun modo della tradizione, ma nemmeno del progresso, della novità che Dio va creando in ogni periodo della storia. La novità, se è di Dio, porta con sé sempre un superamento di ciò che già esiste. La tradizione, se è autentica, dà peso e solidità ai nuovi apporti. Il cristiano è "come un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche" (Mt 13,52). Due esempi di novità nel nostro tempo: l'inculturazione, i movimenti ecclesiali. Sono, in effetti, fenomeni nuovi, ma che "vengono da lontano". San Paolo è, in certa maniera, il primo campione dell'inculturazione del Vangelo in categorie e mentalità ellenistiche. Non c'è dubbio che ogni epoca storica abbia dovuto realizzare questo medesimo lavoro, fino ai nostri giorni. Una maggiore coscienza del pluralismo culturale, oggi vigente, e la sfida di illuminare con il Vangelo culture ancestrali estranee al cristianesimo, infondono al processo attuale di inculturazione un nuovo volto. D'altra parte, i movimenti si radicano allo stesso modo nelle origini del cristianesimo. Gli studi sociologici del Nuovo Testamento hanno mostrato che, sia Gesù di Nazaret, sia i primi cristiani furono in gran parte predicatori itineranti, allo stile dei filosofi popolari contemporanei. Nella spiritualità di molti movimenti ecclesiali, si trova l'intenzione di "tornare alle fonti", "tornare alle origini del cristianesimo". Sì, sociologicamente e canonicamente i movimenti ecclesiali sono qualcosa di nuovo nella Chiesa, ma la loro ascendenza non è di ieri. Nelle viscere stesse del cristianesimo è presente l'audacia di innestare i talli nuovi sul vecchio tronco.

2. La novità sempre nuova. Le novità umane, come tutte le cose di questo mondo, hanno il proprio ciclo vitale dalla nascita alla morte. Sono novità, e cesseranno di esserlo, per via di estinzione o di logoramento o di decadenza. La moda è come la vetrina in cui si presenta la fugacità delle novità umane. Ma c'è una persona, Gesù Cristo, che porta la novità dentro di sé, che è novità sempre presente senza scomparire nel passato e senza perdere il futuro. Gesù Cristo, la novità assoluta, "ieri, oggi e sempre". Vive, eternamente giovane, con la vita di chi ha sconfitto definitivamente la morte. Vive, infondendo una pressante forza di novità, in coloro che gli aprono il cuore ed assimilano il suo stile di vita. Veramente Cristo è in ogni momento della storia l'Uomo Nuovo, che ha lo stesso messaggio eterno di Dio, ma sempre nuovo e rinnovatore dell'uomo. Perché a volte noi cristiani siamo vecchi, o ci crediamo tali? Sii sempre nuovo, seguendo i passi dell'Uomo Nuovo.

 

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