TESTO Omelia per il 4 marzo 2001 - 1a dom. T. Quaresima Anno C
I Domenica di Quaresima (Anno C) (04/03/2001)
Vangelo: Lc 4,1-13
1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, 2per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». 4Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo».
5Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra 6e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. 7Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». 8Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».
9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; 10sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo
affinché essi ti custodiscano;
11e anche:
Essi ti porteranno sulle loro mani
perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
12Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».
13Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
NESSO LOGICO TRA LE LETTURE
Non è difficile scoprire, nelle tre letture di oggi, una confessione di fede o piccolo "credo". Il credo del popolo israelita, professato nel tempio, durante la festa delle Primizie: "Mio padre era un arameo errante... Il Signore ci diede questa terra che emana latte e miele. Per questo, traggo le primizie di questa terra che il Signore mi ha dato" (prima lettura). Le tre risposte che Gesù dà a satana nel testo evangelico costituiscono una confessione di fede esistenziale da parte di Gesù: "Non di solo pane vive l'uomo", "Adorerai il Signore tuo Dio", e "Non tentare il Signore tuo Dio". Infine, nella seconda lettura si trova una formula molto concisa ed antica di professione cristiana: "Gesù è il Signore", che Dio ha risuscitato dai morti.
MESSAGGIO DOTTRINALE
La confessione di fede di Gesù. In un momento tanto esistenziale, come è la tentazione, e in certe circostanze tanto favorevoli per cadervi, Gesù esce vincitore mediante il ricorso alla Parola del Dio vivo. Di fronte alla prima tentazione, di carattere materiale ed economico (fa' che queste pietre si trasformino in pane), Gesù confessa che ci sono beni superiori all'alimento, e che non si può ridurre l'essere umano a un oggetto di consumo, ad un homo oeconomicus, senza trascendenza. Agli attacchi diabolici nel campo politico, che lo invitano ad usare mezzi illeciti e ingiusti per ottenere potere e influenza (tutti i regni della terra io ti darò...), e a lasciare al margine la volontà di Dio, Gesù confessa con vigore che non è disposto a lasciarsi ingannare dall'ambizione di potere, e che Dio è per lui un assoluto e basta ("Adorerai il Signore tuo Dio"). Quando, nella terza tentazione, satana lo attacca dal lato della religione, citando la Sacra Scrittura, ed inducendolo a chiedere a Dio un miracolo, Gesù dichiara apertamente che
l'uomo non deve mai mettere alla prova Dio (Non mettere alla prova il Signore tuo Dio). Le tentazioni di Gesù (economica, politica, religiosa), sono le tentazioni del popolo di Israele nel deserto. E sono le tentazioni di ogni uomo. Il popolo di Israele è soggiaciuto ad esse, Gesù le ha vinte, all'uomo è stata data da Cristo la capacità di vincerle, se accetta il mistero della Redenzione.
La fede cristiana non è "idee", ma "storia". Il "credo" che ci presenta la liturgia odierna non è formato da alcune idee elevate su Dio, la sua essenza e i suoi attributi, o sulla ragione di essere dell'uomo e del mondo nella mente divina. Il "credo" del popolo di Israele, di Gesù e della comunità cristiana è un credo marcato dalle vicissitudini storiche di un popolo, di un uomo-Dio, di una comunità credente. Il credo di Israele inizia con la storia di Giacobbe, un arameo errante, e della sua discendenza, condotti da Dio, nel corso di due secoli, fino a portarli alla terra promessa. Gesù, nella sua confessione davanti alle tentazioni, che cosa fa', se non situarle nelle relazioni della storia stessa di Dio con il suo popolo? Il credo del popolo cristiano si fonda sulla storia di Gesù di Nazaret, costituito Signore da suo Padre, con il resuscitarlo dai morti. Le idee non sono per essere credute, ma per essere pensate; la storia, quando Dio entra in essa, non deve essere tanto oggetto di riflessione, quanto di professione di fede.
Due fedeltà che Dio vuole unite. I testi liturgici manifestano la stupenda fedeltà di Dio all'uomo. In mezzo alle oscurità e agli "assurdi" della storia, Dio camminò fedelmente accanto al suo popolo in Egitto, nel lungo errare per il deserto, fino ad introdurlo alla terra promessa ad Abramo (prima lettura). Dio fu allo stesso modo fedele nei confronti di suo Figlio, Gesù Cristo, davanti ai duri attacchi del demonio, e davanti alla tremenda sconfitta della morte (vangelo, seconda lettura). Dio vuole che a questa fedeltà sua si unisca la fedeltà dell'uomo. Gesù unì la sua fedeltà a quella del Padre in un modo straordinario. Gli israeliti del deserto non risponderanno con la stessa fedeltà. All'uomo, al cristiano di oggi, viene offerta l'alternativa: sceglierà di unire la sua fedeltà a quella di Dio, come Gesù Cristo?
SUGGERIMENTI PASTORALI
Confessare la fede in un mondo tentatore. La tentazione è una compagna inseparabile della vita umana. Il tentatore è uno solo, e tanto orgoglioso che non ha remore nel tentare lo stesso Figlio di Dio. Le forme che adotta e i mezzi che utilizza per tentare gli uomini vanno cambiando con i tempi, i costumi, le culture, anche se le tentazioni fondamentali sono sempre le stesse: Avere, potere, sapere, piacere. In qualsiasi tentazione immaginabile si include qualcuno di questi ingredienti. La società attuale offre al tentatore un ventaglio di possibilità numerosissime. Diciamo che le forme e i modi che il demonio possiede di tentare l'uomo di oggi sono cresciute in una maniera geometrica, e l'uomo è stato in certo modo sorpreso da questa valanga di tentazioni, e con non poca frequenza vive abbastanza sprovvisto e poco protetto di fronte ad esse. Come credenti in Cristo, è un onore per noi e una grande audacia confessare la nostra fede in mezzo a questo mondo tentatore, che si è riproposto di dimenticarla, di affogarla e di emarginarla tra le cose inutili che non si osa abbandonare del tutto. Le tentazioni provenienti dal mando saranno per noi una occasione importante per confessare Gesù Cristo, nostro Dio e Signore, e, mediante la nostra confessione di fede, per vincere la tentazione con la forza di Dio. Non dobbiamo aver paura di questo mondo tentatore. "Questa è la vittoria che vince il mondo: la vostra fede".
NON LASCIARCI CADERE IN TENTAZIONE. Il cristiano, come qualsiasi altro essere umano, è debole, ed ha altresì la coscienza di esserlo. Ma lo accompagna anche la coscienza di possedere una forza superiore, che gli viene da Dio. Poiché è debole, è convito che le aggressioni del tentatore possano distruggerlo. Poiché conta sulla forza di Dio, è sicuro che non c'è tentazione, per potente che sia, che non possa vincere. Per questo il cristiano, chiede varie volte al giorno nel padrenostro: "Non lasciarci cadere in tentazione". Ovviamente, si riferisce a qualsiasi tentazione, ma in modo speciale a quella grande tentazione che è l'idolatria e l'apostasia. Il culto di altri "dei" o idoli sta in agguato fortemente all'uomo attuale, perché nel supermercato della religione e del sacro, insieme a "prodotti" genuini, ce ne sono molti che sono succedanei e non autentici. Anche l'apostasia è molto tentatrice nel nostro tempo. Apostata è chi rinnega la religione cristiana. Al giorno d'oggi, forme light di apostasia potrebbero considerarsi il sincretismo religioso promosso in parte dall'ignoranza e in parte dall'accentuazione del sentimento, l'ateismo pratico di chi si chiama cristiano, ma vive come pagano, l'atteggiamento agnostico di non pochi santoni liberali e laici, che officiano nel panteon della dea scienza e del Dio progresso e gli rendono culto. Come individui, e come membri della Chiesa, preghiamo tutti i giorni con fervore il padrenostro, e chiediamo umilmente al Signore che "non ci lasci cadere in tentazione".