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TESTO Cristo è la porta della salvezza

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

IV Domenica di Pasqua (Anno A) (21/04/2002)

Vangelo: Gv 10,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

La liturgia di questa quarta domenica di Pasqua si apre con il grande annuncio di Pietro: "Sappia con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo, cioè Salvatore, quel Gesù che voi avete crocifisso". Tutti si sentirono trafiggere il cuore: "Che cosa dobbiamo fare?". "Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei peccati. Per voi infatti è la promessa di Dio e per quanti il Signore chiamerà".

Gesù Signore e salvatore è raffigurato come il Buon Pastore, il guardiano delle pecore, la porta che dà la possibilità di entrare al sicuro del recinto e di uscire nelle strade della vita, contando sul suo aiuto. Sono molto belle le espressioni che dice Gesù: "Il guardiano, il buon pastore, apre il recinto e le pecore Ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori, cammina innanzi a loro e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce": Poi continua: "Io sono la porta, se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo, perché io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza".

Queste parole non hanno bisogno di commento, vanno solo assaporate e vissuto nel profondo del cuore, in un rapporto personale con Gesù risorto e vivente. E' importante sentirci amati e salvati da Gesù, buon pastore, che ha dato la sua vita per noi, perché avessimo la vera vita e l'avessimo in abbondanza. Gesù non toglie nulla, Gesù dà tutto in abbondanza, dà la vita, il senso e i valori importanti dell'esistenza, la serenità, la gioia profonda del cuore, la vera salvezza di tutto noi stessi sulla terra e per l'eternità.

Allora ciascuno di noi può chiedersi: come vivo il mio rapporto con Gesù? Mi affido a lui, mi lascio guidare dalle sue parole, mi lascio salvare dalla sua forza e dalla sua grazia, ascolto la sua voce, lo seguo, torno a lui dopo i miei errori? Cerco di seguire il suo esempio, cammino sulle orme di lui, che ha sopportato con pazienza la sofferenza, che ha portato i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce. Così ci dice ancora Pietro nella sua lettera: "Nelle sue piaghe noi siamo stati guariti. Eravamo erranti come pecore, ora siamo tornati pastore e guardiano delle nostre anime".

In questa domenica del Buon Pastore la Chiesa ci invita a vivere l'invito di Gesù che ci ha detto "La messa è molta ma gli operai sono pochi: pregate il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe". E' la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Al Signore, che è Pastore e pastore buono di tutta l'umanità, chiediamo il dono di persone disponibili e generose che sull'esempio di Gesù possano accogliere la vocazione e diventare pastori nella Chiesa e nell'umanità, per portare avanti la missione stessa di Gesù: annunciare la parola di Dio e aiutare nella fede, celebrare i misteri di Dio e offrire la grazia del Signore alle anime, vivere e aiutare a vivere il comandamento dell'amore, per essere veri figli di Dio e veri fratelli con tutti gli uomini, per una civiltà dell'amore che sia speranza e vita per l'umanità.

La preghiera per le vocazioni ci aiuti anche ad essere collaboratori di Dio nel chiamare a seguire il Signore, nel coltivare famiglie e comunità cristiane che siano un terreno buono per le vocazioni, per sostenere con tutti i mezzi spirituali e umani chi intraprende il cammino della consacrazione a Dio e alla Chiesa.

Vorrei riportare la testimonianza commovente di p. Piero Gheddo, missionario.

"Cari amici, quasi mi vergogno di me stesso. Noi sacerdoti abbiamo piena coscienza di essere uomini come gli altri. Piccoli e poveri come tutti, peccatori come tutti, con le passioni e gli egoismi che hanno tutti. La passione della nostra vita è i essere sempre più simili all'unico e vero sacerdote che è Gesù. Ma ci troviamo tanto lontani da questo modello. Voi, cari amici, comprendeteci, scusateci, pregate per noi, aiutateci. Ma debbo dire che la vocazione sacerdotale è formidabile, dà una gioia intensa, continua, che dura tutta la vita. Quando penso alla bontà del Signore nei miei riguardi e alla grandezza della mia vocazione, mi sembra di impazzire di gioia. Noi preti non andiamo mai in pensione, siamo sempre cercati, desiderati, amati da tante persone. Questo ci mantiene giovani nel cuore e dà un senso grandioso di gioia alla nostra vita. Un figlio sacerdote, suora o missionario è il dono più grande che Dio fa ad una famiglia. Saranno sempre i più vicini ai genitori.

Lasciate che vi racconti la storia della mia vocazione sacerdotale e missionaria. Ho perso la mamma che avevo cinque anni e il papà che ne avevo dodici, durante la guerra. Sono stato educato dalla nonna e dalla zia. Quando ho celebrato la Prima Messa al mio pese il vecchio parroco mi disse: "Oggi il Signore ha esaudito la preghiera che tuo papà e la tua mamma hanno fatto qui in questa chiesa, quando li sposai. Chiesero al Signore di avere dei figli e che almeno uno di essi si facesse sacerdote o suora".

Ecco il più bel ricordo dei miei genitori: hanno pregato per la mia vocazione, mi hanno offerto al Signore ancor prima che nascessi. E mi commuove il pensare che la grande gioia che ho avuto nei miei numerosi anni di sacerdozio la devo a papà e mamma.

 

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