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TESTO Commento su Matteo 28,16-20

don Daniele Muraro   Home Page

Santissima Trinità (Anno B) (11/06/2006)

Vangelo: Mt 28,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,16-20

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Il commento segue lo schema predisposto dall'autore per ogni anno liturgico, che potete trovare cliccando qui.

Riprendiamo il discorso dal tema della testimonianza. Nel diritto antico il minimo dei testimoni ammessi ad un processo era di due. Presentare un solo testimone ad un processo era come presentarne nessuno. La sua testimonianza non era valida. Quando il numero dei testimoni non è prescritto, basteranno anche due, dice un autore. Sotto i due testimoni non si poteva scendere.

Anche nel caso della condanna di Gesù i suoi accusatori cercano due testimoni concordi. "Dopo la sua cattura i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro di lui per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti attestavano il falso e così le loro testimonianze non erano concordi." Alla fine se ne presentano due che sembrano andare d'accordo e si procede contro Gesù.

Gesù stesso nel Vangelo secondo Matteo raccomanda due o tre testimoni: "Se il tuo fratello commette una colpa, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni."

Due occhi vedono meglio che uno solo. Una mano lava l'altra ed entrambe lavano il viso dice il proverbio.

Meglio essere in due che uno solo, sentenzia Qoèlet, perché due hanno una miglior riuscita nel lavoro. Infatti, se vengono a cadere, l'uno rialza l'altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi.

L'unico mezzo mobile ad una ruota è la carriola, per il resto tutti i veicoli sono dotati di due o più ruote, altrimenti non si va avanti.

Considera tutte le opere dell'Altissimo, ci fa riflettere il Siracide; (egli le ha create) due a due, una di fronte all'altra: il sole e la luna, il giorno e la notte.

Noè fa entrare nell'arca gli animali a due a due, secondo il comando del Signore, per salvarli dal diluvio e per dare la discendenza.

Gesù da parte sua dopo aver chiamato i dodici apostoli, incominciò a mandarli a due a due. In seguito dopo aver designato altri settantadue discepoli, li inviava ancora a due a due a precederlo in ogni città e luogo dove stava per recarsi.

Sant'Agostino dice che Gesù mandava Apostoli e discepoli a due a due perché avessero modo di praticare prima di tutto fra di loro quella carità che andavano ad annunciare agli altri.

Il confronto e il dialogo è sempre fattore di maturazione e di progresso. Questi sono valori che abbiamo acquisito noi moderni; e sembrano punti fermi.

D'altra parte nel mondo attuale dobbiamo constatare una spinta all'unità della famiglia umana, quale mai si era avuta in precedenza nella storia. Esiste ancora un secondo e un terzo mondo, ma in questi ultimi anni stiamo assistendo ad un gran rimescolamento degli stili di vita e anche delle popolazioni. Il mondo non è ancora un mondo solo, ma si sta avvicinando a grandi passi a questo traguardo.

Il mondo come si dice si sta globalizzando: cadono le barriere commerciali e sicuramente c'è già qualcuno che pensa ad un governo mondiale, che ad un certo punto diventerà necessario per moderare gli scontri planetari.

Più di quarant'anni fa il Concilio Vaticano II si esprimeva così: "L'umanità vive oggi un periodo nuovo della sua storia, caratterizzato da profondi e rapidi mutamenti che progressivamente si estendono all'insieme del globo."

"Siccome oggigiorno l'umanità va sempre più organizzandosi in una unità civile, economica e sociale, tanto più bisogna che i sacerdoti, sotto la guida dei vescovi e del sommo Pontefice, eliminino ogni causa di dispersione, affinché tutto il genere umano sia ricondotto all'unità della famiglia di Dio." Possiamo dire che la prima e più universale istituzione internazionale è proprio la Chiesa cattolica, cattolico vuol dire infatti universale. In essa si ritrovano popoli e culture diverse, unite da un unico Spirito. E' il mistero di Pentecoste che abbiamo celebrato domenica passata.

Dopo la torre di Babele l'umanità si è frantumata, disperdendosi su tutta la terra; infatti in seguito allo sforzo di costruire una torre per dare la scalata al cielo erano sorte discordie e alla fine la varie lingue erano diventate incomprensibili una all'altra. Nel giorno di Pentecose comincia a ricomporsi l'unità della famiglia umana, in quanto nonostante le diverse provenienze degli ascoltatori quel giorno ognuno sente il discorso degli apostoli come se venisse pronunciato nella propria lingua di origine.

Riassumendo se l'unità sembra il destino ineluttabile dell'umanità ci si chiede come questa sarà possibile senza sacrificare l'unicità di ogni persona e di ogni popolo. Come fare perché questa unità non diventi uniformità? Se c'è uno solo che comanda e sceglie per tutti dove va a finire la testimonianza di cui abbiamo parlato all'inizio? Ma anche il confronto e il dialogo... Se ci si deve solo adeguare, ciò che ne scapita la dignità personale.

In questa situazione generale così critica la nostra fede ci aiuta. Noi crediamo in un Dio solo, ma non in un Dio da solo. Come ci ha rivelato Gesù, Egli infatti è Trinità, Padre Figlio e Spirito santo.

Dio ha per così dire due braccia che si protendono verso il mondo e sono il suo Figlio e lo Spirito santo. Egli ha due occhi con cui guarda il mondo, e sono sempre il Figlio e lo Spirito santo.

Noi possiamo dialogare con Dio, perché Egli prima di tutto dialoga in se stesso. Il Padre parla al Figlio e il Figlio risponde al Padre, la loro risposta è lo Spirito santo. Noi possiamo amare Dio perché Egli è amore in se stesso.

La varietà che c'è nel mondo non è solo dispersione, ma è una manifestazione della ricchezza di Dio. Ciò che ognuno ha di originale, viene dall'azione creatrice di Dio a cui hanno concorso in pari grado il Figlio e lo Spirito santo.

Dio non ha bisogno di cercare l'uomo per trovare qualcuno con cui parlare, perché Egli dialoga eternamente in se stesso con il Figlio e lo Spirito santo e ciascuno di noi è una di queste parole distinte pronunciate dal Padre per mezzo del Figlio nello Spirito santo. Anzi se noi vogliamo imparare a parlare con verità fra di noi, dovremmo diventare più familiari con questo Dio di cui di ha parlato Gesù.

Forse una difficoltà di capirsi al mondo attuale è proprio questa; si vuole costruire un mondo che escluda Dio, il Dio di Gesù Cristo e le conseguenze le vediamo nell'incomunicabilità fra le culture, si vuole una Europa a prescindere dalla Parola di verità del Vangelo e si annega nelle parole della burocrazia.

Per credere non c'è bisogno di una grande intelligenza del cervello, ma dell'intelligenza del cuore. Quando io penso di aver capito una persona è allora che la perdo, ma quando credo a quella persona, allora possiamo costruire qualcosa assieme.

San Giovanni evangelista nella sua prima lettera ci lancia questo messaggio: "Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che ha dato al suo Figlio."

Crediamo al Dio Trinità e costruiamo il mondo assieme a questo Dio Trinità, avremo un futuro degno di questo Dio, altrimenti dovremmo accorgerci a nostre spese che il futuro senza Dio è solo una illusione vuota.

 

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