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TESTO Commento su Luca 19,11-28

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Mercoledì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (21/11/2007)

Vangelo: Lc 19,11-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 19,11-28

11Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, disse ancora una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. 12Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. 13Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. 14Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. 15Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. 16Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. 17Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. 18Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. 19Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. 20Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; 21avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. 22Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: 23perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. 24Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. 25Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. 26“Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. 27E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».

28Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

Dalla Parola del giorno

Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.

Come vivere questa Parola?

Il senso della parabola è evidente: " l'uomo di nobile stirpe" che torna dal suo viaggio con il titolo regale, ha un obiettivo ben chiaro nel convocare i suoi servi. Vuole sapere come hanno trafficato il denaro ricevuto da lui alla sua partenza. Non chiede se hanno fatto miracoli. Si accontenta anche di poco, ma non sopporta la pigrizia e le scuse di un'improbabile paura.

Comunque, la reazione del padrone non è tranquillizzante. Forse ciò che egli non riesce a tollerare è la mancanza di buona volontà del suo servo che non fa fruttificare ciò che lui ha di più caro, i suoi beni, cioè il suo amore. Inoltre, il servo, nel tentativo di giustificarsi, giudica il signore, ancor prima di essere giudicato da lui. Ne ha così tanta paura che rinuncia a 'vivere' e a crescere. Preferisce non rischiare, ma così facendo rifiuta l'amore del suo padrone, non si fida-affida a colui che l'aveva scelto.

Applicata alla vita del cristiano, la parabola dimostra che la pigrizia e il disimpegno sono atteggiamenti inaccettabili, in particolare, di fronte al dono della fede e alla conseguente responsabilità missionaria di annunciare il Vangelo, che è compito di ogni battezzato. Non basta essere 'conservatori della Parola', per paura del rischio o per mancanza di iniziativa; il dono della fede impegna i cristiani ad essere soprattutto promotori intraprendenti e generosi del Vangelo di Gesù e dei beni della salvezza.

Il premio che ricevono i servi industriosi, abili nel far fruttificare i doni ricevuti, resta nell'ambito della gratuità e della gioia, che accompagnano il servizio del Vangelo. La fede non è una cosa che si custodisce in cassaforte per proteggerla, è vita che si esprime nell'amore e dedizione agli altri.

Nella mia preghiera di oggi chiederò al Signore di donarmi coraggio e fedeltà nel praticare la sua Parola.

Parole di un religioso ricercatore

Per il successo dell'immensa opera della creazione, Dio ha bisogno di una cosa sola: che tu faccia del tuo meglio. Se tu dai quello di cui sei capace di dare, sarai unito al massimo grado all'azione creatrice. Non potresti essere un servo più utile.
P. Teilhard de Chardin

 

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