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TESTO Con la perseveranza salverete le vostre anime

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

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XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (18/11/2007)

Vangelo: Lc 21,5-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 21,5-19

In quel tempo, 5mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

La Parola di Dio è sempre incoraggiamento, consolazione, forza, anche nelle situazioni più difficili, nelle sofferenze, nelle persecuzioni. Per questo i testi della Bibbia, che in questa ultima parte dell'anno liturgico, ci parlano della fine della vita delle persone e del mondo, per renderci coscienti e responsabili, per rinnovare la fiducia nel Signore, per lasciarsi salvare da Lui. In giro c'è tanta paura, incertezza per il futuro. Le notizie e le ipotesi sul domani del genere umano e della vita sulla terra si concentrano tutte in una direzione negativa, rendendo attualissime e temibili le parole di Gesù, quando afferma che guerre, rivoluzioni, terremoti, fatti terrificanti, carestie e pestilenze precederanno la fine del mondo. L'azione dell'uomo sembra infatti impedire che la natura mantenga un equilibrio e salvi se stessa, tanto che la terra sta diventando lo scenario desolante di odi ed egoismi che si combattono e si distruggono a vicenda, facendo scempio anche di questa casa, che è la terra, che Dio aveva affidato all'umanità, perché la abitasse e la custodisse.

Il pessimismo striscia nelle nostre strade e s'incunea nei nostri cuori, corrosi da una disperazione che si maschera di indifferenza, o si nasconde nella ricerca di soddisfazioni che appaghino, almeno temporaneamente, il desiderio di vivere e di vivere felici.

L'ineliminabile aspirazione alla felicità viene però continuamente frustrata dalla consapevolezza che l'umanità è diretta verso un'esistenza sempre più faticosa. E allora ci si lascia andare a chi propone mete artificiali, per dimenticare la realtà, per scacciare la paura, assicurando la felicità in una linea perfetta, in un corpo sano, in una vita priva di intoppi e di difficoltà, grazie all'ultimo ritrovato della scienza, o ad una ricetta politico-economica,

o magari offrendo un'affascinante tecnica orientale di meditazione.

Ma la distorsione della realtà, rifiutata nella sua drammaticità e nella sua caducità, diverrà addirittura così forte, dice Gesù, che i cristiani, annunciatori della verità, del senso della storia e del destino del mondo, verranno perseguitati e messi in prigione con lo scopo di essere zittiti, di essere eliminati.

La Parola di Dio ci dona serenità e pace. La fine del mondo non deve angustiarci, perché sarà per noi uno stato di felicità. "Per voi, cultori del mio nome, dice il Signore, sorgerà il sole di giustizia con raggi benefici e voi uscirete saltellanti come vitelli di stalla". Invece "i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li incendierà, in modo da non lasciar loro né radice né germoglio" ci dice la prima lettura di Malachia.

Pare allora giustificato l'atteggiamento di quanti, aspettando il giorno della venuta gloriosa di Cristo che affermerà la sua giustizia e condannerà gli empi, si disinteressano del mondo, considerandosi estranei a un'umanità che, pur redenta, rifiuta la mano tesa di Gesù. Ma il forte richiamo di Paolo ai Tessalonicesi, i quali, nell'attesa della fine del mondo, "vivevano disordinatamente, senza far nulla e in continua agitazione", insegna che dobbiamo vivere il frammento di tempo che ci è concesso con impegno, nell'amore per i fratelli, svolgendo i compiti che il nostro ruolo sociale ci affida.

E questo perché noi ci salviamo insieme agli altri, attraverso gli altri. La salvezza passa per l'amore di Dio che trabocca sui fratelli, dei quali bisogna guadagnare il maggior numero a Cristo. Perché se è Gesù Cristo che ha redento il mondo, oggi lui opera nel mondo attraverso i cristiani, membra del suo corpo, la Chiesa.

"Cercherai di essere un buon padre, un buon marito, un lavoratore onesto; e in tutto questo ti sforzerai di lasciar trasparire la volontà divina illuminata dallo Spirito di Gesù, perché solo così collaborerai al progetto d'amore di Dio. Un Dio che non ti ha fatto burattino asservito ai suoi misteriosi disegni, né ti vuole ricattare con la minaccia di una punizione eterna; ma ti vuole protagonista, suo stretto collaboratore.

Se ami il mondo, già solo per questo lo stai cambiando; c'è infatti un primo frammento di mondo che muta, ed è il tuo cuore". (v. commento LDC)

 

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