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TESTO Commento su Luca 19,1-10

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (04/11/2007)

Vangelo: Lc 19,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 1entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Uno dei più bei nomi di Dio presenti nella Bibbia è quello di "amante della vita". La prima lettura lo esprime in modo quasi poetico: con una bellissima preghiera di lode, celebra l'agire di Dio paragonandolo a quello di un Padre che, dopo aver creato, educa con amore le proprie creature di cui ben conosce la fragilità. Vi è un rapporto profondo di com-passione in cui Egli non è uno spettatore esterno alle vicende umane, ma coinvolto al punto da commuoversi e cercare e salvare chi si è perduto. In questa ricerca accorata Egli scende fino a Gerico, cioè nell'abisso del peccato dell'uomo, attraversa la sua depravazione, abbraccia la sua povertà, prima ancora che l'uomo giunga ad averne piena consapevolezza. Ed è così che, anche in quest'ultimo, nasce il desiderio di cercare, mosso da quell'incontenibile "volontà di bene" presente nel suo cuore; essa può apparire, talvolta, come un piccolo barlume, ma è comunque segno dello "Spirito incorruttibile" di Dio operante in tutte le sue creature.

Dio non pone limiti all'esistenza dell'uomo che da sempre ha chiamato a libertà. Egli è continuamente in cammino verso di lui, ma non lo obbliga a lasciarsi incontrare. La salvezza è un dono gratuito che il Signore concede al peccatore, un regalo che Zaccheo non aveva neppure chiesto, ma che ha avuto la scaltrezza di non rifiutare quando, inaspettatamente, gli è stato offerto. "Oggi devo fermarmi a casa tua": è la cosa più bella che il Figlio di Dio poteva dire al peccatore bisognoso di salvezza e di vita nuova. E' la cosa più bella che il Figlio di Dio dice anche a ciascuno di noi, ora!

La storia di Zaccheo presenta degli aspetti che, a volte, facciamo fatica a comprendere; perché ancora noi non ci siamo pienamente convertiti alla novità dell'annuncio di Cristo.

Zaccheo! Chi era? Un uomo simile all'uomo d'oggi, un uomo tanto simile a noi. Era un benestante, un arricchito attraverso metodi certamente poco onesti: soprattutto era un uomo che aveva vissuto per il guadagno e aveva raggiunto una posizione, era un arrivato.

Un arrivato? Ma dove? Nel momento in cui giunge al traguardo del guadagno, Zaccheo scopre di essere ancora infelice: ha i soldi, ma non gli possono bastare per riempire l'anima; ha raggiunto un suo scopo, ma ora capisce che lo scopo della vita è un altro. E' senza pace: come Agostino d'Ippona, come Francesco d'Assisi, come Giovanni Papini prima dell'incontro decisivo con Dio. E' senza pace: ha fatto fallimento proprio nello scopo principale della vita ed ora se ne rende pienamente conto.

Ma non si rassegna: Zaccheo cerca! Qui sta il suo grande merito e la sua onestà: il merito e l'onestà di mettere in discussione se stesso, di riconoscere di aver sbagliato, di dichiarare fallimento, di abbassare la testa e battersi il petto. Zaccheo appartiene alla categoria dei "pubblicano che escono giustificati dal tempio a differenza dei farisei".

Ma che cosa fa? Sale su un albero e cerca di guardare Cristo che passa. Momento meraviglioso! Arriva l'ora di Dio per Zaccheo, l'ora straordinaria in cui Dio gli passa accanto. E Zaccheo è pronto: pronto perché ha riconosciuto la sua povertà, il suo fallimento.

E sale su un albero, come un bambino: rischia di mettersi in ridicolo! Ma ormai a Zaccheo che gli importa della gente? Che gli importa di quel che diranno? Zaccheo sa che quella è l'ora di Dio per lui: o lo incontra ora o non lo vedrà mai più. E allora si fa povero, piccolo e non si vergogna di tendere al mano: mentre sale sul sicomoro, egli scende nell'umiltà. Sì nell'umiltà, perché soltanto nell'umiltà è possibile vedere Dio e riconoscerlo e aprirgli il cuore. Mentre Zaccheo cerca Cristo, egli si accorge che Cristo sta cercando lui. Dovette essere un momento straordinario.

Ascoltiamo il dialogo meraviglioso: Zaccheo, scendi: oggi vengo a casa tua.

A casa mia, Signore? Ma io sono... Zaccheo, scendi! Signore ma questa gente... Lascia stare, Zaccheo! Io sono colui che abbandona novantanove pecore nell'ovile e cerca la pecora smarrita: io sono venuto per i peccatori.

E Cristo entra nella casa di Zaccheo. E che cosa accadde in Zaccheo? Che cosa accadde nella casa del suo cuore?
Bellissima la conclusione dell'incontro con Cristo.

Zaccheo capisce il dono di Cristo, è sconvolto, perché tutto gli appare incredibile; Zaccheo capisce l'amore gratuito di Dio e si rende conto che l'Amore di Dio aspetta una risposta: una risposta d'amore!

E allora? Ecco la sua decisione:" Signore, io do la metà dei mie beni ai poveri e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto" (Lc 19,8).

E la risposta di Cristo: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è il figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto (Lc. 19,9-10).

Anche per noi c'è l'incontro con Cristo Signore. Alcune domande allora: noi abbiamo mai preso una decisione vera di cambiare vita come ha fatto Zaccheo?
In che cosa dobbiamo e vogliamo cambiare?
Così la salvezza entrerà nella nostra casa.

 

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