TESTO Commento su Rm 8,18
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Martedì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (30/10/2007)
Brano biblico: Rm 8,18
Dalla Parola del giorno
Io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.
Come vivere questa Parola?
Chi ha detto che il cristianesimo è all'insegna della tristezza non ha mai letto, o per lo meno, non ha mai approfondito, questa parola di S. Paolo.
La nostra fede cristiana ci dice che non c'è paragone (tanto è grande il divario!) tra la sofferenza a cui la nostra condizione umana ci costringe e la gloria futura, cioè un'incommensurabile pienezza di vita e di felicità.
Viviamo nel tempo e nello spazio all'insegna di bei doni ma anche di un'imperfezione insita in tutto quello che siamo e in tutto quello che facciamo, imperfezione che ci è causa di dolore. Il creato stesso, in cui siamo inseriti, geme e soffre. Attenzione, però! S. Paolo dice che si tratta di 'doglie'. Si, ma di 'parto'! Non è mai dunque dolore opprimente, senza senso, finalizzato alla morte. È piuttosto una sofferenza che, se vissuta insieme a Gesù, diventa il suo mistero pasquale, è generatrice di vita, e vita eterna per giunta!
S. Paolo, parlando del nostro attendere da figli adottivi (fuori dunque dall'avvilente condizione di schiavi) dice che siamo già in possesso delle "primizie dello Spirito". Per questo già ci percepiamo gente salvata. E proprio questa è la dimensione della nostra speranza teologale.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi abbandono con gioia ad essere 'preda' della primizia dello Spirito e alla promessa di felicità di cui lo Spirito è portatore, se noi gli facciamo spazio nel profondo del cuore.
O Spirito Santo, ti prego perché soprattutto quando soffro io mi ricordi che sono le "doglie del parto", e che per una realtà di dolore che passa avrò una intramontabile felicità nel Tuo Amore. Dammi, o Signore, di non soffrire mai da solo ma unito a Te con Amore nella forza della Fede e della Speranza.
La voce di uno scrittore brasiliano
Dio non ti dà mai una croce così pesante che tu non la possa portare.
Soltanto l'uomo e la donna che sono stati sottoposti alla prova potranno sperimentare la gioia della battaglia vinta.
La tua salvezza passa anch'essa attraverso il modo con cui avrai sopportato il peso della prova su questa terra. Fatti animo con la speranza che, dopo la notte del dolore, viene un nuovo giorno che ha sapore di risurrezione.
Sérgio Jeremias de Souza