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TESTO Importanza e necessità della preghiera

padre Antonio Rungi

XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (21/10/2007)

Vangelo: Lc 18,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 1diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 4Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». 6E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

La Parola di Dio di questa XXIX Domenica del tempo ordinario dell'anno liturgico ci fa riflettere sull'importanza e sulla necessità di pregare sempre e non solo nei bisogni ed emergenze di salute e di ogni altro genere. La preghiera è essenziale per una degna vita cristiana.

E' il Vangelo di Luca di questa domenica che sottolinea questa urgenza ponendo alla nostra attenzione e meditazione il brano relativo alla necessità della preghiera in ogni momento.

Come è facilmente intuibile dal brano del Vangelo, che conclude con il noto interrogativo della permanenza della fede sulla terra, fino al giorno del definitivo e glorioso ritorno di Gesù Cristo per giudicare i vivi e i morti, qui sono messe in stretto rapporto la preghiera con la fede. Questa sia alimentata di preghiera e la preghiera si basa sulla fede. Nella misura in cui entrambe camminano di pari passo nella vita del cristiano, più autentico diventa lo stile di vita di quanti professano la fede in Cristo. Oggi il discorso sulla preghiera è poco accettato alla maggior parte dei credenti, che ritengono di pregare quando e come vogliono, oltre a dove vogliono. C'è una preghiera personale che si può fare in qualsiasi momento e c'è una preghiera espressione della comunità di credenti alla quale non ci si può esimere dal partecipare, soprattutto nel Giorno del Signore, in quel giorno della Pasqua settimanale, alla quale dobbiamo partecipare con intensità di fede e devozione e non per prassi.

E sull'importanza e la potenza della preghiera si struttura anche la prima lettura di oggi, tratta dal Libro dell'Esodo. Quando Mosé – si legge - alzava le braccia per pregare il popolo di Israele prevaleva nei confronti degli avversari; quando, invece, per la stanchezza la braccia non si reggevano a stare elevate al cielo in segno di supplica, il popolo perdeva le battaglie. Un modo per dire e confermare quello che abbiamo saputo da sempre: l'importanza della preghiera nella vita del cristiano, porta a accantonare arbitrariamente l'orazione personale e comunitaria, in quanto la fede si alimenta con la preghiera. E' vero che oggi si avverte anche l'esigenza di pregare in modo diverso. Nulla lo vieta e nulla ci limita a fare esperienze innovative in questo campo. L'importante è pregare e pregare bene, con fede e nel rispetto dei contenuti dottrinali e liturgici.

Il testo del Libro dell'Esodo ci dice esattamente come bisogna pregare e quando farlo in linea prioritaria.

Il testo tiene a sottolineare che quando Mosè davvero non ce la faceva più, intervenivano coloro che erano interessati ad avere un patriarca nella piena efficienza della sua missione e cioè che pregasse per loro e con l'intervento di Dio la battaglia potesse volgere a loro favore.

Interessante ai fini del nostro discorso sulla preghiera è quanto leggiamo oggi nella seconda lettura, tratta dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo.

Paolo raccomanda al suo amico di rimane integro e integerrimo circa la fede ricevuta dai propri antenati e che può rischiare di essere perduta con le disastrose conseguenze personali dell'ateismo, in quanto senza la fede non è possibile realizzare il bene spirituale personale e degli altri.

Sia oggi questa la preghiera particolare con la quale facendo tesoro della Parola di Dio proclamata, ognuno trovi le ragioni per sperare e credere in modo certo e con la prospettiva di vivere e testimoniare questa carità di Cristo, che urge per noi, proporre come sintesi di un cammino personale e comunitario che si vuole percorrere: "O Dio, che per le mani alzate del tuo servo Mosè hai dato la vittoria al tuo popolo, guarda la Chiesa raccolta in preghiera; fa' che il nuovo Israele cresca nel servizio del bene e vinca il male che minaccia il mondo, nell'attesa dell'ora in cui farai giustizia ai tuoi eletti, che gridano giorno e notte verso di te".

Comprendere l'importanza della preghiera per noi è il primo passo per impostare la nostra esistenza come vita orante e vita di comunione con Dio e con i fratelli. Senza preghiera il cristiano non ci può stare, come giustamente facevano anche osservare i martiri di Abitene in merito alla preghiera per eccellenza che è l'Eucaristia, a quanti volevano togliere ad essi la possibilità di pregare pubblicamente il proprio Dio. Invece gli ostacoli a questa fede che doveva essere annunciata e condivisa furono tanti all'inizio del cammino della Chiesa nascente. Ostacoli che in molti luoghi ancora persistono: i divieti a pregare pubblicamente per cattolici, il discorso si fa interessante, anche perché è importante trovare delle soluzioni. Quella che potrebbe essere una buona soluzione è quella del recupero di uno stile di preghiera a partire da noi stessi, in modo che ci predisponiamo a farlo sempre e non solo nelle difficoltà e nei bisogni quotidiani. Pregare fa bene e meditare fa altrettanto bene come hanno dimostrato recentemente alcuni scienziati circa la validità della preghiera per risolvere alcuni disturbi della personalità. In altri termini, la preghiera davvero può sanare i nostri cuori affranti ed aprire il nostro cuore alla speranza.

 

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