TESTO Andate: annunziate e sanate
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S. Luca evangelista (18/10/2007)
Vangelo: Lc 10,1-9
1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
La missione dei settantadue discepoli, che segue il mandato dei Dodici, ci è presentato nel Vangelo di Luca. Due missioni che hanno in comune alcune caratteristiche. Gesù forma due gruppi, i Dodici ai quali affidare un mandato preciso e i discepoli. I Dodici ed i discepoli, però, non sono classi separate ma rappresentano un unico copro, formato da diversa membra. Dal Vangelo di Luca possiamo dire che le esigenze del discepolato non sono molto diverse dalle condizioni per essere tra i Dodici. Nel Vangelo di Luca è ai settantadue che Gesù dice che li manda come agnelli tra i lupi. La missione dei settantadue è la missione nel mondo ma per non aderire alla mentalità del mondo. Gesù non vuol illudere i suoi discepoli promettendo loro una missione facile e piena di gloria terrena. Vi è però un invito prezioso che Gesù da ai settantadue: siate come agnelli. Al male del mondo non rispondente quindi con il male ma con il bene. Le vostre armi non siano quelle che incontrerete ma siano l'annuncio del Regno, sia il dono della pace. Il cristiano, che lotta nel mondo non è un superficiale che vive in modo sprovveduto ma è in grado di rispondere al male subito con amore e carità. L'ottimismo cristiano è di chi ha conosciuto il vero Bene da lì trae la vera forza per combattere il male. Il cristiano ha la gioia che non deriva dal mondo ma dal sapersi essere amati e figli di un Dio che è soltanto Amore.