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TESTO Commento su Gn 3,5-6

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Martedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (09/10/2007)

Brano biblico: Gn 3,5-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,38-42

38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Dalla Parola del giorno

I cittadini di Ninive cedettero al Signore e bandirono un digiuno [...]. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere.

Come vivere questa Parola?

Ninive è descritta nel libro di Giona come una città peccatrice. La cura amorevole di Dio per essa si manifesta con l'invio di un profeta che la richiami energicamente, mostrando a quali catastrofi vada incontro se persevera nel male. I niniviti prestano fede alla parola di Dio e si mostrano pentiti, adottando pratiche penitenziali. Anche il re viene raggiunto dalla notizia e decide di unirsi al popolo penitente.

Già in questo aderire a un'iniziativa che viene dal basso, dai sudditi, è una preziosa indicazione.

È difficile che si scelga il male in quanto male. In genere, gli occhi del peccatore sono abbagliati dall'apparenza di bene di quanto lo attrae. Ciò rende spesso indispensabile che qualcuno o qualcosa intervenga ad aprire gli occhi e ad indicare la via della risalita. Sarà una parola, uno sguardo, un comportamento diametralmente opposto al nostro, una situazione, una lettura... Non importa da chiunque venga, fosse anche un bambino.

Ciò che invece ha un'importanza decisiva è l'atteggiamento umile e recettivo, con cui si accoglie il richiamo, e la disponibilità ad emendarsi.

Ci si rende allora conto che il trono su cui ci siamo seduti non ci appartiene: siamo solo fratelli tra i fratelli, limitati come gli altri. Non ci resta che riconoscere la nostra povertà, il nostro essere "polvere e cenere": una coraggiosa ammissione della verità del proprio essere..

E Dio, che è Verità, nel suo infinito amore, non può fare a meno di riversarsi su di noi, restituendoci alla dignità, ben più che regale, di figli di Dio.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, verificherò il mio atteggiamento di fronte alle correzioni. So accettarle con umile riconoscenza? So farne tesoro per un cammino più spedito verso Dio?

Ti rendo grazie, Signore, per tutte le volte che poni sulla mia strada qualcuno che mi indichi le correzioni di rotta da apportare per non discostarmi dalla via della Vita.

La voce di un Padre apostolico

Accettiamo volentieri il rimprovero, per il quale nessuno deve offendersi: la nostra correzione vicendevole è buona e utile, perché ci fa aderire alla volontà di Dio.
S. Clemente

 

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