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TESTO Commento su Gn 1,3

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Lunedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (08/10/2007)

Brano biblico: Gn 1,3 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,25-37

25Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». 27Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». 28Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».

29Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». 30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Dalla Parola del giorno

Giona si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore.

Come vivere questa Parola?

Giona è investito dal Signore di una particolare missione, ma non vuole compromettersi e cerca scampo nella fuga. Fa un po' sorridere questo ingenuo tentativo di sottrarsi allo sguardo di Dio, eppure quanto assomigliamo a Giona proprio in questa sua ingegnosa trovata!

Molte volte ci sentiamo paghi del nostro cristianesimo fatto di pratiche religiose, di impegno a migliorarci, anche di frequenza ai sacramenti e di ascolto della Parola di Dio. Ma quanto prendiamo sul serio l'invito rivolto a Giona e, oggi, a noi: "Alzati, va' a Ninive"?

C'è da chiedersi se non sia anche a causa di un cristianesimo sonnolento che la barca della storia, sconquassata da proposte contraddittorie, da ideologie contrastanti, da un vuoto impressionante di valori non riesce a trovare una rotta, anzi "la" rotta sicura.

Non si tratta di farsi profeti di sventure, delineando il volto di un Dio implacabile, ma di non mimetizzarsi, adottando uno stile di vita che ha perso la forza lievitante e salante insita nell'essere cristiano. Proviamo a prestare ascolto al Signore che va ripetendoci: "Alzati e va' in mezzo ai tuoi fratelli che hanno bisogno di ritrovare il senso e il gusto della vita".

Non abbiamo il diritto di essere dei cristiani pavidi, chiusi nelle loro sicurezze, incapaci di affiancare gli altri nel non facile cammino verso la luce. Se noi che siamo sale, diventiamo scipiti, a che serve il nostro essere cristiani?

La fede non è un bene da consumare privatamente ed egoisticamente. Se il Signore l'ha accesa nel nostro cuore è perché la sua luce illumini la nostra storia, "perché gli uomini vedano le nostre opere buone e diano gloria a Dio".

Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a visualizzare Giona che dorme placidamente nella barca scossa dai marosi. Quel Giona potrei essere io, irresponsabilmente assopito in mezzo a una società che ha perso l'orientamento. Concretamente cosa posso, e quindi, devo fare per essere "sale", "luce", "lievito", iniziando da dove vivo?

Signore, buttami giù dalla barca in cui mi sono rifugiato. Aiutami a ritrovare il senso e il gusto del mio essere cristiano proprio nell'impegno testimoniante che mi rende tra i fratelli "faro" alla cui luce si ritrova la rotta.

La voce di un vescovo, intrepido testimone

Mi piace ascoltare i vecchi galli, che hanno già perduto la vigoria dello squillo, ma che insistono a svegliare l'aurora e a salutare la luce.

E coloro che dovrebbero risvegliare le coscienze, le creature umane, i gruppi, i popoli sono così fedeli come loro?
Hèlder Camara

 

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