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TESTO Commento su Luca 10,17-24

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Sabato della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (06/10/2007)

Vangelo: Lc 10,17-24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,17-24

17I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

21In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 22Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

23E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. 24Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Dalla Parola del giorno

Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non lo udirono.

Come vivere questa Parola?

"Vedere Dio" è l'anelito dell'uomo, da sempre. Lo stesso Mosè, colui che parlava "faccia a faccia" con l'Altissimo, era afferrato da questo desiderio, ma non ne vide che il riflesso, l'impronta lasciata dal suo passaggio.

Ora Gesù dichiara che i suoi "discepoli" sono beati perché "vedono".

Innanzitutto, non parla di apostoli, ma di discepoli. Gli apostoli sono i dodici, i discepoli sono quanti aderiscono a Lui, senza limite di luogo e di tempo. Oggi, quindi, i discepoli a cui Gesù rivolge la sua beatitudine siamo noi. Sì, io, tu, ogni uomo che ne cerca onestamente il volto e lo accoglie nella sua vita, è quel discepolo "beato".

Poi Gesù parla di un "vedere" e di un "udire". Due operazioni direttamente connesse con la fede.

Il credente è colui il cui sguardo si è abilitato a "vedere" Dio nel tessuto del quotidiano, a coglierne i silenziosi passaggi, a individuarne le orme anche là dove altri non vede che banalità e non senso. Ma perché questo avvenga, è necessario che al limite della vista soccorra l'udito. Il cristiano, prima di essere l'uomo della "visione" è l'uomo dell'"ascolto".

Se i nostri occhi non vedono è perché i nostri orecchi sono assordati da troppi rumori (non soltanto materiali), troppe parole... Qualche volta anche la nostra preghiera è un frettoloso snodarsi di parole che scivolano via senza che ci rendiamo conto di quello che stiamo dicendo, oppure un affannoso sciorinare dinanzi al Signore una lista di richieste... Ma quando ci decideremo di lasciargli uno spazio in cui possa inserirsi con una sua parola? Quando troveremo il coraggio di "staccare la spina" per concederci una pausa di riflessione, di silenzio, di ascolto? Quando ci disporremo ad accogliere la beatitudine di coloro che vedono e odono?

Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a sostare in silenzio dinanzi al Signore.

Donami, Signore, un cuore capace di ascolto e occhi aperti per cogliere il tuo passaggio.

La parola di una donna di oggi

E' il tempo del silenzio, della povertà, dell'assenza, dell'umiltà, dell'attesa. E lo scopo di questa solitudine silenziosa è l'ascolto del Signore che parla di nuovo al cuore della sua Sposa: la Chiesa, l'anima nostra.
Anna Maria Canopi

 

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