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TESTO Commento su Luca 8,19-21

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Martedì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (25/09/2007)

Vangelo: Lc 8,19-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 8,19-21

19E andarono da lui la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. 20Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». 21Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

Dalla Parola del giorno

Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.

Come vivere questa Parola?

Subito dopo le parabole con le quali il Maestro ha voluto spiegare il come si ascolta la Parola, Luca ha inserito questo fatto molto familiare della madre e dei fratelli che vengono per vedere Gesù.

Posto qui, "l'episodio assume una connotazione tutta particolare: non dà più alcuna impressione di poter essere un testo antimariano". Infatti l'evangelista dell'infanzia fa entrare in scena Maria chiamandola semplicemente " la madre", perché a quel punto nella comunità primitiva basta dire così per pensare alla mamma di Gesù.

Inoltre, la comunità ha già conosciuto molte cose di lei: è beata perché ha creduto; è la madre del Messia promesso; è la custode della Parola. Proprio per tali caratteristiche, è rivolta a Maria la beatitudine dei credenti.

Ma c'è qualcosa di più, in questo brano evangelico, che ci coinvolge e ci meraviglia: possiamo far parte della famiglia di Gesù, pur non essendo suoi consanguinei. Lui è venuto ad inaugurare una nuova genealogia che iscrive i credenti nella sua stessa anagrafe.

Non si tratta affatto di un testo che esclude, ma che apre le porte del Regno a tutti coloro che sanno ascoltare la Parola con cuore puro e la mettono in pratica. Una realtà sconvolgente e divina che ci esalta.

Oggi, nel silenzio, mi rivolgerò a Gesù pensando alla grande famiglia dei credenti:

Eccoci, Signore, fratelli nella fede, stupiti del poterci definire tuoi familiari. Che sempre la Chiesa comunità dei discepoli, il tuo grande sogno segreto, sia luogo di accoglienza, luogo di familiarità e di pace in cui la tua Parola diventa concretezza.

Commento di un gruppo di monaci

Si contrappone una parentela secondo lo Spirito a una secondo la carne. Questa è una buona notizia per tutti gli 'estranei', i quali sono chiamati a essere di casa con Dio nella sua misericordia. Ascolto, accoglienza, terra, casa hanno in comune una caratteristica materna, la capacità di ricevere Cristo, parola seminata nei nostri cuori dall''annuncio". Pur essendo noi generati dalla Parola, in qualche modo la generiamo: diamo a lei una dimora, una tenda dove abitare.
Monaci Silvestrini

 

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