TESTO Il primo miracolo di Gesù fu a Cana di Galilea: cambiò l'acqua in vino
Se io, se voi sposi novelli, se voi servi del matrimonio, non possiamo bere il vino che viene dall'acqua, il secondo vino, perché fermarsi a ricordare un fatto al quale non possiamo esserne partecipi? Ma se è Vangelo lo possiamo bere anche oggi, dopo 2000 anni, perché la parola evangelica è sempre viva ed attuale, in virtù di Gesù risorto.
E la prova?
La possono dare solo coloro che dopo il primo vino della gioventù obbediscono a Gesù, che ai servi del Matrimonio comandò di riempire le sei idrie, vasche che stavano fuori della porta di casa per le abluzioni, per il rispetto della casa e di tutti coloro che vi entravano.
È un ordine alquanto strano quello di Gesù, perché parla di sei idrie da riempire, (qui non centrano gli otri che stanno per le botti di cantina), parla di abluzioni, di rispetto, di buona creanza, di educazione, di sopportazione, di pulizia per evitare un lavoro superfluo di chi ti invita a nozze, che poi non è altro che Natura, creazione di Dio, rivelazione di Gesù.
Riempire, non svuotare.
Riempire di vita, non di cianfrusaglie;
riempire di sapienza, non di scempiaggini;
riempire la propria, prima di quella degli altri;
«Fate quello che vi dice!» il capo di famiglia, non il contrario, dice la gran Donna, che non vuol fare da uomo, dato che la famiglia è l'immagine di Dio se costituita da un maschio ed una femmina;
ringraziare e lodare volta per volta chi apporta, non accusare;
In 63 anni di matrimonio non ci siamo mai detta una parola sconvenevole, mi testimoniò un Signore che pregava Dio di riunirlo a sua moglie.
Ma strano è il numero di sei.
Ogni casa perbene ne aveva una, fuori della porta, ma Gesù ordina di riempirne ben sei. Che cosa può voler dire?
Proviamo a moltiplicare per ben sei volte il rispetto, gli atti d'amore, la delicatezza, e tutte quelle belle cose che un buon servo del matrimonio ha imparato ad eseguire nella sua casa.
Ma servi del matrimonio sono tutti, anche i non sposati, anche le autorità, i sacerdoti, perché questo è il primo miracolo di Gesù, primo come per indicare un buon inizio, fondamentale; si incomincia da qui, perché senza una famiglia ben strutturata, con ben sei vasche fuori della porta di casa per tutti quelli che lì entreranno, è ben difficile giungere agli altri miracoli.
Non è forse richiamato questo principio anche dall'acqua santa sulla porta di Chiesa? Ed anche dall'acquasantiera delle nostre camere nuziali?
Un'altra osservazione che mi venne poi su questo brano di Vangelo così arcano e bello è che un matrimonio incomincia a rovinarsi per colpa del migliore.
Gesù, il migliore, si rivolge alla migliore donna, sua mamma, con una espressione poco piacevole: «che m'importa a me! Non è giunta ancora la mia ora».
Ma l'ora è giunta per tutti noi e qui dobbiamo un grazie a Maria santissima che non immusonì, ma cercò di capire perché il matrimonio suo e nostro, godesse della sua completezza.
Commento a cura di don Ernesto Bianco