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TESTO Commento su Luca 10,1-12

mons. Vincenzo Paglia   Diocesi di Terni

Giovedì della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (04/10/2007)

Vangelo: Lc 10,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,1-12

1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. 10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11“Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. 12Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

L'evangelista, già all'inizio del cammino verso Gerusalemme, fa notare qual è il compito affidato ai settantadue discepoli: andare nelle città ove Gesù stava per recarsi e preparare la gente all'incontro con lui. Essi non sono chiamati a restare nei luoghi di sempre o a gestire le normali abitudini, fossero anche religiose. I discepoli sono per loro natura missionari, ossia comunicatori del Vangelo. Essi sono inviati per preparare i cuori degli uomini e delle donne ad accogliere Gesù. C'è una bella notazione di Gregorio Magno a questo brano. Egli scrive che Gesù manda i discepoli due a due perché la loro prima predicazione sia l'amore vicendevole. L'amore, infatti, è la forza dei discepoli, quelli di ieri e quelli di oggi. L'amore del Signore vince i "lupi" di questo mondo, come sperimentò Francesco d'Assisi con il "lupo" di Gubbio. I discepoli non debbono portare nulla con sé se non, appunto, il Vangelo e l'amore del Signore. Con questo bagaglio, che è assieme debole e forte, possiamo percorrere le vie del mondo, testimoniando non noi stessi, non le nostre tradizioni, non le nostre convinzioni, ma "colui che ci ha mandati".

 

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