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TESTO Nessun profeta è bene accetto in patria

Monaci Benedettini Silvestrini  

Lunedì della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (03/09/2007)

Vangelo: Lc 4,16-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,16-30

16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

18Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l’unzione

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

a proclamare ai prigionieri la liberazione

e ai ciechi la vista;

a rimettere in libertà gli oppressi,

19a proclamare l’anno di grazia del Signore.

20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». 23Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». 24Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. 25Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 27C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Nel Vangelo di San Luca la missione pubblica di Gesù comincia, con la potenza dello Spirito Santo, subito dopo le tentazioni. Non a caso, Gesù stesso sceglie la città di Nazareth come inizio l'annuncio la venuta del nuovo Regno messianico. A Nazareth è stato allevato con amore e cura nella Santa Famiglia; una vita trascorsa nel nascondimento e nell'umiltà del servizio pronto e generoso. Proprio a Nazareth, il Figlio di Dio vuole subito provocare una reazione per costringere tutti a domandarsi chi veramente Egli sia. È il Messia della Misericordia, dell'annuncio del Nuovo Regno di pace. In questa scelta Gesù, però scopriamo la vera essenza di questo regno Messianico. L'incarnazione ci mostra la proposta di Dio; proprio attraverso il passaggio con l'umanità di Cristo si realizza il Regno Messianico. Possiamo aggiungere che con la vita umile e di obbedienza del nascondimento di Cristo nella casa di Nazareth ci sono mostrate le virtù capaci di realizzare questo disegno divino. A Nazareth, nella sua casa, vi è la vera palestra dove Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. La Missione e l'annuncio del Regno è nel segno dell'obbedienza al Padre; obbedienza che Gesù aveva già annunciato con l'obbedienza a Giuseppe, padre terreno della Santa Famiglia. Le armi della preghiera, umiltà, sacrificio sono nella dotazione della palestra che Gesù ha sperimentato nei trenta anni di vita di nascondimento. Lo scandalo è proprio questo; non sono le armi che ci si aspettava per chi doveva inaugurare il regno come potenza umana e non irrompere del Regno di Misericordia. Impariamo da Gesù a fortificarci nelle vere virtù perché in Lui si realizzi la pienezza del Regno!

 

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