PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Donaci, o Dio, la sapienza del cuore (315)

don Remigio Menegatti   Parrocchia di Illasi

XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (09/09/2007)

Vangelo: Lc 14,25-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 14,25-33

In quel tempo, 25una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: 26«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 27Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

28Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? 29Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, 30dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. 31Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? 32Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. 33Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (Sap 9, 13 - 18) appare come una preghiera in cui l'uomo, cosciente di non riuscire da solo a "conoscere il volere di Dio", invoca la sapienza che lo può introdurre nella comunione con il Signore. È la sapienza, il santo Spirito che Dio stesso fa scendere "dall'alto" come dono sugli uomini, ad accompagnare gli uomini nel cammino della vita indicando i sentieri per giungere al Signore, e risultare così "salvati per mezzo della sapienza".

Il vangelo (Lc 14, 25 – 33) mette in evidenza le caratteristiche del discepolo di Gesù: amare il Maestro con un legame più forte di quello che ha con la famiglia, accettare – portare - la croce seguendo le orme di chi lo chiama, e valutare bene la propria reale disponibilità. Il Signore propone ai suoi una scelta radicale, che supera qualsiasi altro legame, fino a metterli in secondo piano (questo il senso dell'«odiare» usato nei confronti della famiglia). Emerge il rischio della delusione – una dichiarazione di guerra improvvida, o una costruzione avventata – che nasce dall'aver preso la scelta troppo alla leggera, pensando che si è discepoli di Gesù solo perché ci si entusiasmo un poco di fronte alle sue idee.

Salmo 89
Tu fai ritornare l'uomo in polvere, Signore,
e dici: «Ritornate, figli dell'uomo».
Ai tuoi occhi, mille anni
sono come il giorno di ieri che è passato,

come un turno di veglia nella notte.

Li annienti: li sommergi nel sonno;
sono come l'erba che germoglia al mattino:
al mattino fiorisce, germoglia,

alla sera è falciata e dissecca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e giungeremo alla sapienza del cuore.

Volgiti, Signore; fino a quando?

Muoviti a pietà dei tuoi servi.
Saziaci al mattino con la tua grazia:
esulteremo e gioiremo per tutti
i nostri giorni.
Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio:
rafforza per noi l'opera delle nostre mani,

l'opera delle nostre mani rafforza.

Il salmo, nella prima parte, evidenzia la fragile situazione dell'uomo. La creatura di Dio, se lasciata a se stessa, appare fragile come chi si fa vincere da un sonno misterioso, che viene mandato da Dio. È simile all'erba che dall'alba al tramonto sperimenta nascita e morte: "al mattino fiorisce, germoglia, alla sera è falciata e dissecca". Il Signore è molto più forte e potente della sua creatura; ciò che a noi può apparire enorme – "mille anni" – ai suoi si mostra piccolo, breve e passeggero come "un turno di veglia nella notte", oppure come "il giorno di ieri che è passato".

Dalla coscienza di piccolezza e di fragilità sgorga l'invocazione: "insegnaci a contare – valutare secondo i tuoi pensieri – i nostri giorni" per giungere alla "sapienza del cuore", ovvero a condividere i pensieri di Dio, perché lui li rivela a chi si apre con fiducia alla sua tenerezza.

Il dono gratuito di Dio – "la tua grazia" – risulta necessario quanto il pane che cerchiamo di assicurarci "al mattino". Un dono da invocare abbondante – "Saziaci" – e riconoscere come frutto della "pietà" che Dio offre ai suoi figli.

Un commento per ragazzi

Nel gioco del poker è necessario non far capire agli altri le carte che si ha in mano; non si deve farsi prendere dall'entusiasmo e manifestare all'esterno una situazione che si ritiene molto positiva. Bisogna invece restare freddi, impassibili; dissimulare. Non sempre è facile nascondere i propri sentimenti ed emozioni, soprattutto se coinvolti in una situazione in cui tanti altri manifestano un entusiasmo tale che diventa collettivo per la sua capacità di diffondersi facilmente e contagiare un po' tutti.

Da quanto emerge dal brano del Vangelo l'entusiasmo prendeva anche i discepoli di Gesù, come afferma Luca: "siccome molta gente andava con lui". Ognuno è condotto anche dall'entusiasmo degli altri e sembra che la scelta di seguire il Signore e diventare suoi discepoli appaia come la più normale, scontata, ovvia, sicura. Non sono solo, anzi. Per la verità, siamo in tanti: è senza dubbio la scelta più normale e quindi anche la più giusto; è questo il ragionamento che sostiene questa vivacità di adesione.

Gesù invece intende subito mettere in guardia i suoi amici: diventare suoi discepoli chiede alcune scelte ben precise e certo non "a buon mercato". Il discepolato – ovvero il cammino per diventare giorno dopo giorno seguaci di Gesù – non è come un negozio preso d'assalto nei giorni dei saldi. Gesù non è preoccupato di avere tanti "clienti", non è stimolato a fare sconti, a svendere la sua proposta per il gusto di fare un buon affare. Anzi, sembra proprio che il Maestro voglia mettere in evidenza i prezzi che non sono alla portata di tutti. Si rischia di compiere una scelta che subito sembra facile, per trovarsi poi in mezzo al guado senza alcun mezzo per raggiungere l'altra riva. Lasciare altre sicurezze per raggiungere il Signore richiede una valutazione molto saggia – frutto del dono del Signore stesso – per non rischiare di trovarsi alla fine che non si è diventati suoi discepoli perché impauriti dalla sua proposta.

Decidere di essere i suoi amici significa esporsi alla severa valutazione degli altri, come chi non si limita ad costruire una casa e punta ad edificare una torre: molto più costosa, e...visibile. Se non viene completata, denuncia in modo netto la stoltezza di chi l'ha iniziata. L'altro esempio è anche più forte: dichiarare guerra con un esercito decisamente inferiore può tradursi nel diventare prigionieri, o anche nel perdere la vita: entrambi rischi da valutare bene per evitarli. Gesù non vuole allontanare le persone desiderose di seguire le sue parole e imitare il suo stile; desidera solo mettere in guardia da facili entusiasmi, frutto magari della suggestione collettiva, o dalla poca esperienza. Non si vuole neppure escludere alcuno da questa strada che conduce alla vita. Gesù parla di scelte tali che fanno passare in secondo piano le valutazioni delle persone più vicine a noi, quali possono essere il "padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle". E non è ancora tutto: chiede che pure la propria vita passi in secondo piano: "perfino la propria vita, non può essere mio discepolo". La scelta di essere discepoli è come un tesoro prezioso che si ottiene non senza un minimo di impegno serio; forse a volte questo impegno si mostra anche molto esigente.

Tutto e subito, senza fatica e costi impegnativi! Sembra la filosofia di tanti, anche ragazzi, abituati a esigere da se stessi e – soprattutto dagli altri – quanto desiderano con estrema facilità. La vita – l'abbiamo scoperto ormai – non funziona proprio così. Neppure l'amicizia con Gesù; e non tanto perché lui sia un amico difficile, bensì perché la sua proposta è esigente e grande. O meglio: grande e quindi anche esigente. È come tutte le imprese che proviamo a realizzare: una gara impegnativa, la scalata di una montagna seria, un legame importante e non scontato.

Se ci spaventa l'esigenza dell'impegno rischiamo di abbandonare subito tutto: se invece consideriamo la grandezza del traguardo e la gioia che possiamo provare, tutto questo diventa motivo di sfida. Gesù non vuole frenarci, quanto invece chiederci un impegno serio e generoso, di quelli che vanno costruiti con attenzione e pazienza, ma danno anche grandissimi risultati.

Un suggerimento per la preghiera

O Dio, anche noi, piccoli e grandi "a stento ci raffiguriamo le cose terrestri"e non siamo molto saggi. Tu sai bene "con quale (...) fatica possiamo rintracciare quelle del cielo" ovvero i tuoi pensieri. Per questo ti chiediamo: "donaci la sapienza del tuo Spirito, perché da veri discepoli portiamo la nostra croce ogni giorno dietro il Cristo tuo Figlio. Egli è Dio" e si è fatto nostro fratello per guidarci sulla via della salvezza: la comunione con te, che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Libri di don Remigio Menegatti

 

Ricerca avanzata  (54718 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: